Argomento da derby, che divide e dura da anni. Medicina tradizionale o alternativa? Quanto sono efficaci le medicine alternative o meglio “complementari” come qualche medico della medicina tradizionale ama definirle? Come mai da anni la medicina ufficiale non ha mai preso in seria considerazione e approfondito la conoscenza di quest’ultime? È il tema trattato all’interno dell’approfondimento quotidiano del telegiornale della Rai, Costume e società. Una questione, certamente delicata, perché, chi si affida agli uni, è convinto che sia il meglio e chi si affida agli altri, lo è altrettanto. La partita che si interpone tra le due convinzioni è di quelle importanti: la salute.

Innanzitutto bisogna scegliere dove curarsi e in particolare come curarsi. È diventato sempre più di moda dir male della medicina classica e un gran bene di quella “alternativa”, nomi, se non altro, che suonano più attraenti : ayurveda, pranoterapia, agopuntura, yoga, omeopatia, reiki, erbe cinesi… studi specifici che tentano di far valere la medicina alternativa cercando di assegnarle un posto d’onore all’interno di quella tradizionale.

Benchè nessuno intenda negare l’enorme contributo della medicina moderna o il suo ruolo fondamentale nei casi di emergenza, si avverte sempre più l’esigenza di cercare vie alternative per comprendere le origini di un disturbo e le sue manifestazioni.
Lo scopo di una cura diventa, di conseguenza, non solo quello di eliminare i sintomi, ma anche di ripristinare un equilibrio psicofisico generale, indispensabile perchè il disturbo non si presenti. La medicina alternativa si propone in questo senso come la medicina preventiva per eccellenza.
Ciò che è sconosciuto alla maggior parte dei pazienti, tuttavia, è il fatto che i farmaci mascherano soltanto i sintomi della malattia, non risolvono nessun problema di salute, i pazienti spostano la responsabilità della loro salute alle medicine chiedendo una cura fuori da essi. La gran parte delle malattie croniche è causata dalle scelte fatte dai pazienti stessi. Sono scelte di alimentarsi con determinati cibi, di fumare, di bere caffè, di pr

Entrambe desiderano aiutare i pazienti e per far questo bisogna educare i pazienti. Bisogna mostrare la saggezza del fare nuove scelte, riguardo alle abitudini e stili di vita e dipendenze chimiche, che li condurrebbero a vivere in maniera più sana per il resto della loro vita.
Per questa sfida occorre tempo ed il tempo sia dei medici convenzionali che dei professionisti alternativi è piuttosto costoso e in tempo di crisi la maggior parte dei pazienti non può permetterselo o non vuole spendere cifra enormi. Mantenersi in salute richiede un impegno maggiore di quello di ingoiare una pillola o di bere una tisana, è faticoso smettere di bere il caffè ogni mattina, o smettere di fumare, o eliminare lo zucchero raffinato, le bibite gasate, o il pane bianco ed altri alimenti raffinati, ecc. E così si continuerà a far visita al proprio medico in cerca della pillola risolutiva. La medicina alternativa non è migliore della medicina convenzionale se, se ne fa uso come soluzione provvisoria per una serie di sintomi generati dal non volere fare i cambiamenti che conducono ad una salute di lunga

Nel frattempo sarebbe auspicabile che invece di una lotta per la supremazia di una o dell’altra parte, si cercasse una collaborazione, perché in questo caso a guadagnarci sarebbero i pazienti.



