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Tragedia di Lampedusa. Le reazioni

Creato il 04 ottobre 2013 da Retrò Online Magazine @retr_online

Scritto Da Stefano Boscolo  

La tragedia di Lampedusa ha scatenato una ridda di reazioni proveniente dalle diverse parti. Tutto questo mentre ancora si recuperano i morti in mare.

Photo credit: Vito Manzari / Flickr / CC BY 2.0.

La tragedia di Lampedusa è entrata in Parlamento e i vertici della politica hanno ritenuto opportuno condurre la questione ben oltre il territorio nazionale. L’Europa è la destinazione ultima per discutere di questa sciagura che ormai si ripete con sempre maggiore frequenza sulle coste italiane. Il numero delle vittime è progressivamente cresciuto con le ore. La giornata di ieri è servita a trattare la tragedia di Lampedusa come una questione umanitaria, sovrastando – com’è giusto che sia – il contesto puramente politico. La Lega Nord, per bocca del vice capogruppo alla Camera, Gianluca Pini, non ha taciuto nemmeno oggi intorno alla questione degli sbarchi. Lo stesso Pini, infatti, ha accusato il presidente della Camera, Laura Boldrini, e il ministro dell’Integrazione, Cecile Kyenge, con parole di fuoco: «La responsabilità morale della strage nelle acque di Lampedusa è tutta della coppia Boldrini-Kyenge. Entrambe hanno sulla coscienza tutti i clandestini morti in questi mesi». Il Partito Democratico e il Popolo della Libertà, invece, parlando unanimemente, hanno commentato come gli eventi di Lampedusa siano in assoluto «una tragedia che affligge la nostra coscienza e una strage che provoca un dolore infinito». Inoltre, Silvio Berlusconi e il capogruppo democratico al Senato, Luigi Zanda, hanno aggiunto: «O l’Europa dimostra di essere in grado di operare seriamente e positivamente nei confronti del fenomeno migratorio, o si dovrà agire di conseguenza». Sulla medesima linea, lo stesso Berlusconi ha proseguito dicendo: «Sul piano politico la tragedia chiama in causa l’ignavia di un’Europa assente e perfino indifferente di fronte a un dramma che l’Italia è lasciata sola ad affrontare». La tragedia di Lampedusa è un’autentica emergenza, un’emergenza che si è inasprita notevolmente nelle ultime ore a seguito del recente, tragico sbarco a qualche miglia dall’isola. Da una parte si accusa l’Europa di miopia, e dall’altra si apprezza il lavoro continuo e meticoloso dei soccorsi che accolgono i superstiti. In altri termini ci si attende un cambio repentino delle scelte politiche. Si sta ormai sempre più parlando di un «vergognoso eccidio». Lo stesso presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha commentato la tragedia come una «strage sconvolgente. L’ultima di una serie di stragi di innocenti». Primo cambiamento da affrontare, avrebbe detto lo stesso Napolitano, è «stroncare il traffico criminale di esseri umani. Sono indispensabili presidi adeguati lungo le coste e non è accettabile che vengano negati a un’istituzione valida creata dalla Commissione Europea, mezzi adeguati per intervenire senza indugi».

Così, mentre la politica si interroga incessantemente sulla via da seguire per cambiare il destino di questi viaggi drammatici in cerca di pace e democrazia, il numero delle vittime recuperate a 40 metri di profondità cresce insieme alla rabbia e al senso d’impotenza.


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