Con il permesso di Lorenzo Gasparrini, pubblichiamo qui un suo intervento girato su Facebook il 7 ottobre.
«Un regalo davvero particolare per un politico molto in vista. In occasione del 58esimo compleanno di Vladimir Putin (il 7 ottobre) è stato realizzato questo calendario. Dodici le ragazze che posano per l’evento. Tutte in lingerie con tanto di messaggio di auguri ‘Vladimir Vladimirovich, We Love You’. Le giovani protagoniste del servizio fotografico vengono tutte da una delle università più esclusive di Mosca».
E giù un po’ di sana carnazza. Dimenticando, il caro giornalino, che quattro anni fa Putin, sempre il sette ottobre, si fece un regalino ben più interessante: fece ammazzare Anna Stepanovna Politkovskaja. Insegnando che le donne o stanno bene nude a rendere omaggio, o, se rompono i coglioni, stanno bene morte.
E sempre oggi, sette ottobre duemiladieci, qui in Italia, a fatica s’è tirato fuori un cadavere di donna, ammazzata dallo zio perché non lo gratificava sessualmente quanto lui si sentiva in diritto di essere gratificato, in quanto uomo, italiano, onesto lavoratore e contribuente. Anche qui, in un posto lontano e assolato dalla fredda Russia, un uomo ci ha fatto vedere che se una donna non ci sta, muore ammazzata.
Ma tranquilli, amici maschi, non è il caso di allarmarsi. Tranquilli, sono io che sono fissato. Così, m’è presa da un po’ di tempo ‘sta cosa del “femminismo”, e metto insieme eventi e fatti lontani che sicuramente non c’entrano niente l’uno con l’altro, e mi preoccupo, e lavoro molto su me stesso, e lancio segnali, scrivo, posto, parlo; ma voi, tranquilli, non ci fate caso.
Ho studiato troppo, forse è tutto lì il problema. Leggo troppo, sì, sarà quello. Tranquilli eh, non ci badate.
Tanto a noi è difficile che ci ammazzano perché non ci stiamo. Noi siamo maschi.
P.S Grazie a Whitehouse per avermi ricordato un po’ di cose, qui.