Per buttare nel bidone della spazzatura l’annunciato sforzo, che a dire del presidente del Brasile Dilma Rousseff permetterà una tranquilla crescita del Brasile nell’anno corrente (2011), il Palazzo del Planalto mise in moto il rullo compressore della sua autorità e riuscì a fare approvare dal Senato Federale il Progetto di Legge di Conversione (PLC 3/2011) che creò una fonte di risorse addizionali al BNDES del valore di R$ 30 miliardi.
Quando l’aggiornamento del minimo salariale entro in discussione, le truppe del Palazzo affermarono, all’unisono, che la proposta di R$ 560 avrebbe generato un costo addizionale di 17 miliardi di reais per il Governo Federale.
Sé l’ordine impartito era di economizzare, non esiste nessuna ragione per trasferire questa enorme massa di soldi al BNDES, che li useranno per concedere prestiti ad interessi facilitati per imprese responsabili per l’esecuzione di opere pubbliche.
Se da un lato l’approvazione del trasferimento di soldi al BNDES neutralizza l’annunciato taglio alle spese del Governo, dall’altro favorirà le imprese che dissiparono veri patrimoni nella campagna dell’allora candidata Dilma Roussef.
E questo modo immondo di gestire i soldi pubblici, non deve indignare l’opinione pubblica, poiché è così che funzionano gli ingranaggi della politica in questa Terra di Macunaíma.
Parzialmente tratto da ucho.info