Con i primi e discontinui tepori di marzo, la sinapsi fra calore e voglia di alleggerire l’outfit diventa inevitabile. Ma se è vero che le raggianti porte della primavera stanno per aprirsi, bisogna purtroppo fare i conti con l’ibrido e incostante bollettino meteorologico che getta nello sconforto la maggior parte di noi. Sì, perché vestirsi nel mese di marzo è sempre un grande problema. All’incertezza e alla scomodità da “onion dressing”, la risposta più glamour e smart rimane senza dubbio il denim. Versatile e comodo, il jeans è da sempre il miglior alleato per destreggiarsi nella city: che sia casual, grunge o sexy, non è mai too much, neanche in versione total look.
Osare e inventare è quasi obbligatorio: ordinarie tute da manovale si evolvono in graziose salopette bustier e si insediano nel guardaroba femminile. Questa l’idea di Alice by Temperley.
Intramontabile anche il denim tailleur firmato Jen Kao. Suggestioni anni 80’rivivono infatti attraverso la crasi che unisce maxi e midi: così la camicia over tagliata a vivo si sovrappone alla classica mini gonna stretch. Il giusto compromesso fra praticità e sensualità.
Più è rovinato e più ci piace: il jeans strappato che negli anni 70 ‘ fregiava i ribelli oggi ha perso molto di quell’allure controtendenza. Buchi e sforbiciate sono infatti dettaglio glamour, ma d’ordinanza; e quando lo strappo diventa mood, il jeans decostruito si trasforma in elemento dominante di un‘intera collezione, com’è accaduto per Ashish: il cinque tasche over ridotto quasi in brandelli viene abbinato a maxi canotte con logo Coca Cola e mocassini in paillettes con calzino a vista, chiaro riferimento a Michael Jackson e agli status symbol della globalizzazione .
Quando il jeans diventa sinonimo di eleganza e abilità sartoriale rivive in abiti funzionali e di grande tendenza. Queste le caratteristiche del dress mono spalla firmato Zora e Neva: una leggera tunica denim al ginocchio porta alla luce l’antico splendore delle ancelle romane, mentre la coulisse a vista fluo ridisegna la silhouette.
Maria Francesca Milardi
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