E' mattina, sono sveglio da una quarantina di minuti, sto per salire in macchina per recarmi al lavoro.
Abito a circa 20 chilometri da Roma (l'ho fatto per risparmiare un po con l'affitto).
Di norma parto con un po di anticipo per evitare problemi, devo essere in ufficio alle 9.00, la mia flessibilità sull'orario di partenza è di circa 20 minuti... tanto è inutile. Per anni ho cercato di individuare l'orario migliore ma poi mi sono arreso... non esiste.
I primi 10 Km vanno via abbastanza lisci ma ecco arrivare il punto critico, l'ignoto, il buco nero di ogni speranza, il bivio per il GRA (Grande Raccordo Anulare).
Per alcuni minuti, non riesco nemmeno ad entrarci e questo mi provoca un sottile e malefico piacere ma poi mi tocca, sono acqua del Ticino che si tuffa nel grande Po. Provo a sguazzare un po ma chi mi credo di essere? Qui ci sono pesci molto più grossi e potenti di me e quasi tutti stanno al loro posto, qualche furbetto nuota lungo la riva ma prima o poi verrà pescato... li ho visti una volta i pescatori sulla riva! No meglio starsene qui con gli altri a scivolare lento nella corrente.
Intanto guardo con attenzione i miei compagni di fiume, ne ho visti di tutti i tipi ma i miei preferiti sono quelli che cantano a squarciagola con la radio accesa, quanto mi piacciono! tutti Bruce Springsteen alle 8 del mattino.
All'opposto ci sono quelli che io chiamo "le nuvole nere"... Tuoni, fulmini, minacce, inprecazioni tutte per tutti nessuno escluso, questa è democrazia signori!
Ed in mezzo a questi due estremi tutto un meraviglioso arcobaleno di caratteri e personaggi:
c'è "l'indifferente", "il riflessivo", "il maiale", "i limonatori", "i piacioni", "i coatti", "le subrettes", "la coppia di anziani" che guardano com'è cambiata Roma rispetto a quando erano giovani loro ed hanno quella smorfia di disgusto stampata sulla faccia e la mano sempre tesa ad indicare un nuovo cantiere, "la teenager" con il nome stampato su tutti i lati della macchina, "la stagista" che si fa spazio per riuscire a muovere il volante in mezzo a tutti i peluches e poi "il boss" rigorosamente dotato di lunghissima auto nera, occhiali da sole e capello gelatinato, "il furbo", "i SUViani"...
Il passo attraverso tutte queste sfumature, dipende dalle giornate, dal tempo, da quanto sono in ritardo. Oggi mi sento riflessivo.
Mi interrogo sulle cause e le possibili soluzioni al probema, sui responsabili, sui doveri nostri doveri e i doveri di chi governa ma no se ne esce fuori, mai.
Oggi però qualcosa è cambiato, ho avuto una illuminazione: mi è balenato nella mente un famoso detto: "tutte le strade portano a Roma"... allora ho capito!
Magazine Racconti
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