"... bisogna insegnare solo a leggere e scrivere, bisogna istruire il popolo quanto basta, insegnare la storia con una sana impostazione nazionalistica, e ridurre tutte le scienze sotto un'unica materia di "nozioni varie", senza nessuna precisa indicazione programmatica o di testi, lasciando spazio all'iniziativa del maestro e rivalutando il più nobile e antico insegnamento, quello dell'educazione domestica; e mettere da parte infine l'antidogmatismo, l'educazione al dubbio e alla critica, insomma far solo leggere e scrivere. Non devono pensare, altrimenti sono guai!"Ministro P.I: Baccelli - 1894
"L'istruzione scolastica l'approvo per li giovini nobili destinati a famiglie cospicue, ma quanto a quelle di umile e povero stato, il buon padre di famiglia si contenti che sappiam leggere li figlioli "la vita de' Santi", e nel rimanente attendano a lavorar li campi. In quanto poi l'istruzione estesa perfino alle femmine io non l'approvo, ne so vedere quale utilità ne possa
derivare alla società. Che insegnino li madri alle figliuole a filare, a cucire e ad occuparsi di esercizi donneschi. In quanto a leggere, al massimo insegnino loro quanto basta per leggere i libri delle preci".
Trattato dell'educazione politica sociale e cristiana dei figliuoli
3 volumi di Silvio Antoniano- Scritti 1821 ad istanza di San Carlo Borromeo - Libro Terzo, pag 264, Milano, MDCCCXXI
Vorrebbero farci tornare indietro di oltre un secolo. Vorrebbero che l'istruzione fosse solo per pochi fortunati, come una volta. Mio nonno, nato durante la prima guerra mondiale, sapeva a malapena scrivere il suo nome. Sarebbe dovuto andare a scuola, ma la sua maestra non trovava utile insegnare a scrivere e a leggere a un bambino che tanto da grande avrebbe coltivato la terra, come suo padre, come suo nonno, come tutta la sua famiglia. Mio nonno raccontava, non a me perché non l'ho conosciuto, che la maestra, invece di tenerlo in classe con gli altri, lo mandava nel campo del suo amante a portare via i sassi. Ecco, questo non deve più succedere. La scuola deve per forza essere per tutti, non un privilegio per pochi predestinati. Non perché tutti devono diventare impiegati o laureati, ma perché tutti possano essere liberi di scegliere. Se hai un'istruzione, se qualcuno ti ha insegnato a pensare, anche se poi coltiverai la terra lo farai in un modo diverso. Deve poter esistere un mondo in cui i figli siano liberi di scegliere che cosa diventare, a prescindere da quello che sono diventati i padri.