Delle volte capita che alcuni fatti all’apparenza disconnessi trovino connessione grazie all’atto illuminante di un grande uomo, la cui azione rende tutto chiaro, limpido, tutto connesso.
Lo avrete capito, l’illustrissimo in questione è il nostro Presidentissimo Napolitano che con un singolo gesto ci ha spiegato 1 anno di Governo tecnico e 20 anni di berlusconismo. Il gesto in questione è ovviamente l’aver sollevato, come un qualunque parlamentare del PDL, il conflitto d’attribuzione nei confronti della Procura di Palermo per avere intercettato Mancino che cercava di sollevare, appunto, interventi contro la Procura da parte del Quirinale. Io non riesco a capire come mai tutti gli diano addosso per questa cosa senza intuire il prezioso dono che Giorgio Napolitano ha fatto alla nostra democrazia, mettendo fine a vent’anni di equivoci.
Questo chiarificatore intervento presidenziale ci spiega due fatti prima di tutto. Il primo è che nessuno in questo paese può permettersi il lusso di cercare di capire come e dove nasce la Seconda Repubblica. Questo come e questo dove sono oramai con evidenza la TRATTATIVA STATO – MAFIA, e fin qui ci arriviamo ma oltre non si poteva andare. Ora però grazie al Presidente alcune cose si danno in maniera nitida. Più va avanti la polemica sull’intervento presidenziale, più le diverse voci prendono posizione, più si capisce che ciò che accadde 20 anni fa non fu una semplice trattativa di guerra come la definisce Scalfari, ma un vero patto fondativo di un equilibrio di potere complesso dove tutti gli attori che ci hanno governato in questi anni hanno preso la loro posizione complice e vantaggiosa.
Il secondo fatto chiaritoci dal Presidente è il pieno appoggio della classe dirigente del paese a posizioni politiche come queste:
“un blocco utilizza le Procure come clava politica”.
A pronunciare ciò non è stato, come prevedibile, Berlusconi o Scilipoti, ma Luciano Violante del PD in difesa del Presidente, una difesa che sembra un vero autogol che fissa in modo definitivo il risultato del match. Quindi è tutto chiaro ora, per il PD Berlusconi ha sempre avuto ragione nelle sue crociate contro la magistratura e la stampa libera, per il PD quella crociata è stata vitale e ha permesso la conservazione dell’equilibrio di potere nato durante la così detta TRATTATIVA STATO-MAFIA. Una trattativa che è ancora in corso, ogni giorno, si tratta di una concertazione perenne di piccoli e grandi interessi nella quale la parola STATO, siamo noi, i cittadini italiani, mentre la parola MAFIA riveste oramai solo un ruolo simbolico; delimita in modo vago il campo della corruzione politica ed economica di un ventennio durante il quale un’ oligarchia ha alienato il nostro diritto di conoscere e di definire la nostra storia. Ed è per questo che Monti e il suo Governo vanno letti come un’altra tappa di questa trattativa. Una tappa cominciata nel momento in cui Berlusconi ha guardato negli occhi Napolitano e gli ha fatto capire che se affondava lui sarebbe affondato tutto. Ma affonderanno, credo manchi poco, non a caso come ai bei tempi del naufragio scampato d’un soffio riemerge come problema cruciale del paese secretare le intercettazioni. E’ l’ ultimo estremo tentativo di occultare quello che, grazie al prezioso aiuto del Presidente, tutti abbiamo capito. C’è del marcio in Danimarca, troppo per essere ancora nascosto. Restano tuttavia pochi dubbi, bisogna che la nave affondi e affonderà. Se vogliono possono caricarla dei rulli delle loro chiacchierate segrete, servono più a loro che a noi ormai, noi abbiamo capito, così loro affogando crederanno, felici, di averci fregato ancora come ai bei tempi quando Silvio era re e tutti suoi vasalli.