Magazine Società

Tutto il resto e’ Libia

Creato il 05 marzo 2011 da Tnepd
Tutto il resto e’ Libia Allora... comincia o non comincia questa Terza Guerra Mondiale? E se si’, comincia dalla Libia? Per farsi un’idea di cio’ che accadra’ nei prossimi giorni (a che distanza dalle coste italiane? 200 Km?) e’ sufficiente rispondere ad una sola domanda: “Gli ammericani hanno deciso di prendersela oppure no, questa Libia?
Se la risposta e’ si, allora assisteremo a breve ad un nuovo Iraq (o Kosovo), presumibilmente in versione molto accelerata. Gli analisti di Washington, Basilea e Roma (non proprio Roma, diciamo ‘in’ Roma) hanno gia’ pronto un catalogo di gocce in grado di far traboccare il vaso, i generali scalpitano sui ponti delle portaerei schierate intorno all’obiettivo. Consoliamoci pensando che stavolta non sara’ un calvario come furono l’Europa (due volte), il Laos, la Corea, la Cambogia, il Vietnam, il Nicaragua, la Nigeria, il Rwanda, l’Iraq, la Jugoslavia, l’Afghanistan, etc. etc. Probabile che in Libia facciano una guerra lampo. Il tempo stringe.
Quando le truppe della democrazia decideranno di invaderli, anche i libici si accorgeranno di essere in guerra. Per ora se ne stanno a casa a guardare la tivvu’ chiedendosi perche’ tutto il mondo ha deciso improvvisamente di farsi i cazzi loro.

Tutto il resto e’ Libia

Misurata

Come si fa una guerra lampo? Ci sono mille modi. Fossi un analista della Casa Bianca punterei su un massacro di civili diurno (possibilmente i secessionisti della Cirenaica) seguito a ruota da un golpe notturno capitolino. Con una carneficina nel piatto, non sarebbe piu’ un problema far accoppare all’istante il vecchio Muammar da uno degli infiltrati dei servizi nella servitu’ di palazzo e piazzare al suo posto un mezzobusto - l’ennesimo della regione – non particolarmente inviso al popolo ignaro. Tutto in una notte. Gia’ le vedo, il giorno successivo, di buon mattino, le bionde truppe dal casco blu invadere pacificamente le strade lanciando caramelle ai bambini mentre i ‘giovani’ twittaroli sponsorizzati da Soros appendono il vecchio despota a testa in giu’ in piazza a Bengasi, citta’ destinata – si dice in giro – a diventare la nuova capitale economica del Paese. La secessione della Cirenaica sara’ rimandata a data da destinarsi ma cosi’ anche gli amici libici, che hanno condiviso con noi tanta parte della loro recente storia, avranno avuto il loro 8 settembre. La loro esperienza democratica durera’ un attimo, manco il tempo di chiedere almeno il federalismo fiscale, e di questo un poco li si puo’ invidiare. Di certo, fino ad oggi, se la sono passata meglio di noi e degli ammericani.

Tutto il resto e’ Libia

Bengasi

Gli Stati Uniti, a ben vedere, sono uno Stato-Esercito. Tutta la struttura della confederazione e’ finalizzata alla realizzazione di una popolazione di soldati. Mi sono sempre chiesto come mai, fin dalle origini, siano stati sterminati i pacifici nativi americani, altrimenti detti indiani, e rimpiazzati coi rissosi neri africani. A quale scopo? Sta di fatto che la societa’ americana passata ed attuale si fa vanto d’essere fondata sulle dinamiche del potere ossia, in ultima analisi, sul conflitto. Non a caso, negli Stati Uniti ci sono almeno 300 milioni di rivoltelle di cui un terzo in mano a militari professionisti, un terzo a polizie pubbliche e private e un terzo a cittadini ‘normali’. La societa’, l’economia e l’amministrazione degli Stati Uniti realizzano, nel loro insieme, un organismo statale impostato allo scopo di mantenere il suo arsenale bellico, pubblico e privato. Il bambino viziato a cui nessuno sa dire no, negli Stati Uniti d’America, e’ il Pentagono. Ogni famiglia ha il suo bambino viziato. Noi, per esempio, abbiamo... abbiamo... esatto! Il Cupolone. Comunque, se si accetta l’ipotesi che vi sia una regia superiore intenzionata a dominare l’intero pianeta sotto l’egida di un Nuovo Ordine Mondiale, a conti fatti, gli ammericani vanno considerati l’esercito dell’Impero.

Tutto il resto e’ Libia

Tripoli

Facciamola breve, l’obiettivo ammericano – cioe’ dell’Impero – in quella regione del pianeta e’ lo stesso di sempre: mettere le mani, questa volta in senso stretto, sui rubinetti del petrolio e del gas. Annaffiarlo con un copioso tributo di sangue sarebbe d’uopo ma adesso non e’ il momento di cazzeggiare, prima il dovere e poi il piacere. Le risorse espropriate, in ogni caso, serviranno a quello.
Ci siamo chiesti se gli ammericani siano o meno intenzionati ad occupare la Libia. Tanti indicatori fanno presumere che sia cosi’ ma non e’ escluso che la risposta possa essere no. Diciamo che hanno i mezzi, si sono creati il diversivo mediatico, hanno schierato le armate e non vedono l’ora di scaricare un po’ di piombo caldo nelle carni del nemico. Il problema e’ che il nemico non c’e’ ma ci stanno lavorando su e presto l’inconveniente sara’ superato.
Tutto il resto e’ sabbia e noia.
E Libia.

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :