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Tutto su Pippo Inzaghi, il nuovo allenatore dei rossoneri!

Creato il 09 giugno 2014 da Simo785

A cura di Alice Radice

Inzaghi bacia la maglia
Erano ormai settimane che si vociferava sull’indiscrezione circolata dopo il summit ad Arcore tra il Presidente Berlusconi e l’ad Galliani. I due, si diceva, avrebbero deciso di esonerare Clarence Seedorf, allenatore della squadra da gennaio, a favore di un altro pezzo di storia rossonera, il cui solo nome fa partire ricordi indelebili e fa brillare gli occhi dei tifosi che lo amano tanto quanto lui ama loro: Pippo Inzaghi.

L’ufficialità è stata data alle 14.15 di oggi sul sito del Milan: “AC Milan comunica di aver esonerato l’allenatore Clarence Seedorf e di avere affidato la Prima Squadra, fino al 30 giugno 2016, a Filippo Inzaghi”. Un novellino per un altro novellino, insomma. Scelta strana, coraggiosa, forse azzardata. O forse no.

Entriamo prima più in dettaglio nella splendida e ammirevole carriera del nuovo allenatore rossonero, amato e venerato dai tifosi, che ancora cantano a gran voce il coro a lui dedicato “Oi oi oi Pippo Inzaghi segna per noi!”. Facile capire il perché, Pippo è uno di quei giocatori vecchio stampo che ha sempre sacrificato se stesso per i colori che indossava, mai una brutta parola, mai una lamentela, solo tanta corsa e soprattutto tanto cuore.

Arrivato al Milan nella stagione 2001/2002, subito stoppato da un brutto infortunio al ginocchio sinistro. Decisamente migliore per lui la stagione successiva, in cui colleziona 30 presenze con 14 gol segnati in campionato. Ma è l’Europa il territorio preferito di Pippo, che con i suoi ben 12 gol porta la squadra fino alla vittoria finale della coppa, primo trofeo con i rossoneri. Travagliati i due anni seguenti a causa di una serie di infortuni a schiena, ginocchio e gomito che lo costringono a prestazioni discontinue. Nel 2005 riprende ad essere decisivo, portando il Milan ai quarti di Champions (4 i gol segnati) e siglando 12 reti in

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campionato. E’ la stagione successiva, 2006/2007, la più dolce da ricordare per lui e per ogni tifoso rossonero: semplicemente indimenticabile la doppietta ad Atene in finale di Champions contro il Liverpool, che ha portato il Milan a vincere di nuovo la Coppa. Inoltre lascia il segno sia nella vittoria della Supercoppa europea sia in quella del Mondiale per club. Nelle stagioni 2008/2009 e 2009/2010 SuperPippo raccoglie sempre un buon numero di presenze (superiori a 25) siglando rispettivamente 13 e 2 gol. Gli anni successivi possono essere riassunti con un bilancio positivo, in quanto, nonostante il passare degli anni, Pippo, quando chiamato in causa, ha sempre dato se stesso, lasciando il segno, riuscendo anche a festeggiare nel 2011 l’ultimo trofeo in maglia rossonera, lo scudetto.

Dopo 11 anni in maglia rossonera, l’11 maggio 2012 Pippo comunica ufficialmente che quella sarebbe stata la sua ultima stagione con il Milan e di conseguenza l’ultima nel calcio giocato. La sua ultima partita la disputa contro il Novara, in cui, entrato a pochi minuti dalla fine, segna il gol della vittoria sul filo del fuorigioco. In vero stile SuperPippo Inzaghi. In totale con il Milan ha vinto due Champions League, una Coppa del mondo per club, due Supercoppe europee, due scudetti, una Coppa Italia e due Supercoppe italiane. Più di tutto però ha vinto il cuore di ogni singolo tifoso milanista.

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Piena di successi e gioie la carriera da calciatore, quindi. Positiva per ora è anche la sua breve esperienza da allenatore rossonero degli Allievi Nazionali prima e della Primavera poi. Con i primi Pippo ha vinto nel marzo 2013 lo Scopigno Cup (trofeo della città di Rieti) e ha raggiunto la Final Eight del campionato di categoria, eliminato in semifinale dall’Empoli. Passato subito di categoria, con la Primavera ha recentemente conquistato il Torneo di Viareggio, dimostrando professionalità e carisma anche da allenatore.

Insomma, da giocatore Inzaghi ha vinto tutto e sempre con merito, è un esempio di professionalità ed onestà e di certo conosce alla perfezione cosa voglia dire portare sulle spalle una maglia con un passato e una fama così gloriosi. L’esperienza però è minima, difficile, prematuro e soprattutto inutile dire ora se Inzaghi potrà essere l’uomo chiave per risollevare definitivamente il Milan dall’oscuro oblio nel quale è piombato. Lasceremo parlare ciò che generalmente non mente mai, o quasi: il campo.

 


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