Gatto nero, gatto bianco (Emir Kusturica, 1998)
Bocca di rame, parlatore dei metalli, stella variabile
mai caduta, quali passaggi del tempo conosci.
Il bacio cade sulla ferita
e ti apre
un nero di anni
-
- è il mio inchiostro, un verso di troppo
per esercizio o per debito
sulla tua solitudine -
-
Servo dell’erba, striscia di nebbia
che porti a correre il silenzio e mi rendi
carezze andate a male, sei fuggito da Jajce
molto prima della guerra
-
fuga preventiva -dici- arte divinatoria
da quando Erodoto ti ha chiamato
intoccabile dei millenni. Ti hanno dato una casa popolare
in zona Falchera, ti hanno messo occhi di cemento
e legato i piedi di giostra.
-
In tasca hai sempre un mazzo di carte per il bar sottostante,
e giochi alla tua vita scartata
sempre tenuta in mano d’altri.