Il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Catricalà è un porto sicuro per i collaboratori: possono star tranquilli che un posticino lo trovano. L’ex presidente dell’Antitrust catapultato con i tecnici a Palazzo Chigi ha una squadra di 21 persone. Una cura dimagrante rispetto alle 40 unità del team Letta che tuttavia non ha evitato raccomandati e favoritismi.
I due elementi portanti dell’ufficio sono Giulia Zanchi e Francesco Saverio Marini. La prima dirigeva l’Unità Call Cente dell’Antitrust, vale a dire la struttura relativa al numero verde per la tutela del consumatore, oggi è Capo della Segreteria particolare. Dirige altre cinque persone: tre erano già nel Palazzo, altre due le ha portate Catricalà.
Il secondo è stato un consulente dell’Antitrust e dell’Istituto Superiore di Sanità, avvocato, calabrese come il Sottogretario, enfant prodige che insegna a Tor Vergata e casualmente è figlio di Annibale Marini, ex presidente della Corte Costituzionale e oggi al Consiglio Superiore della Magistratura.
L’assistente personale di Catricalà è Mauro Nicolai: già capo segreteria di Luigi Merolla, il capo di gabinetto di Giuliano Amato. Anche lui viene dall’Antitrust. Il vice capo della segreteria tecnica è Angelo Lalli, avvocato, che con Catricalà scrisse un libro sull’Antitrust, ovviamente.
Non è in diretta collaborazione, ma bazzica a Palazzo Chigi come comandato del funzionario del Tesoro anche Federico Florà, pure e lui autore di un libro su luci e ombre dell’Antitrust e membro della fondazione ItaliaCamp, presieduta da Catricalà.
Completano la squadra 3 centraliste, 4 segretarie, 3 addetti all’archivio e 2 esperti. Una squadra costruita su misura da Catricalà che ha ripetutamente difeso le assunzioni:
Io mi porto dietro solo gente brava, non ci sono consulenti né altre collaborazioni.
Una squadra costruita su misura che però non sembra raccogliere sul campo i successi sperati dal deus ex machina. Secondo Repubblica, Monti starebbe attendendo le dimissioni di Catricalà per una serie di flop.
Da ultimo la riforma della giustizia disciplinare, redatta di proprio pugno proprio da Catricalà, scopiazzandola da qualche appunto PDL, e bocciata senza appelli dal Consiglio di Stato, dal CSM e da Mario Monti che più volte aveva suggerito il coinvolgimento del Guardasigilli Paola Severino.
Ha portato grandi frizioni in seno al Governo anche il caso della discarica di Corcolle, sito individuato come nuova discarica di Roma visto la chiusura di Malagrotta. Monti, nei giorni passati travolto dall’attentato di Brindisi e dal terremoto, aveva lasciato la gestione dell’affare a Catricalà. Il Sottosegretario ha supportato la scelta del commissario straordinario Pecoraro, nonostante la delicatezza della zona a solo 400 metri in linea d’area da Villa Adriana, condendo con una sprezzante frase circa la vicinanza non così influente. Il tutto nonostante i pareri fermamente negativi dei Ministri Ornaghi e Cancellieri. Risultato? Appelli al passo indietro da parte di molti intellettuali, dimissioni di Pecoraro e ricerca del sito affidato al nuovo Commissario Sottile.
Chi trova Catricalà trova una poltrona. Ma sulla solidità non garantisce nessuno.
Fonte: Il Fatto Quotidiano e Repubblica.