Ultimamente non ho molto tempo da dedicare al blog, ma volevo pubblicare questa lettera apparsa sulla Gazzetta di Mantova per lanciare un appello affinché Rete 180, la voce di chi sente le voci, non chiuda, dal momento che non riceve più contributi e non sa letteralmente come tirare avanti.
MANTOVA. Dall’inizio dell’anno Rete 180 non riceve più contributi dall’Azienda Poma. La “radio della salute mentale” ora lancia un appello.
«Rete 180 da mesi non riesce a navigare. Il vento è caduto, le onde si sono appiattite, l’acqua è ferma. E’ la bonaccia. Una forma di violenza particolare : ti fissa, ti lega senza aggredirti. Ti colpisce togliendoti. Ti colpisce con l’assenza di ciò di cui hai bisogno: il vento per navigare. Anche se ci sono in giro dei “bonaccioni” che tolgono il vento a Rete 180 non siamo qui per recriminare, ma per chiamare vento alle vele. Questo è un appello per dare un futuro a Rete 180, la voce di chi sente le voci. Chiediamo azioni positive.
In questi mesi ci siamo arrangiati. Le attività non si sono fermate. Anche se vanno al minimo, ci danno la sensazione che il viaggio continui. Anche se due remi non fanno fare tanta strada ad un veliero, comunque ci muoviamo. Abbiamo fatto un po’ di conti e ci siamo dati l’obiettivo di resistere fino al 10 ottobre, quando Rete 180 compirà il suo ottavo anno. Per allora chiediamo che il vento torni a spingerci. Lo chiediamo in primo luogo ai cittadini mantovani, singoli ed associati, perchè la nostra radio ha voluto essere uno strumento di servizio e di prossimità per loro. Avvicinarli e farli incontrare con i temi della sofferenza e della salute mentale. Portare loro la sorpresa e l’ottimismo della voce di chi sente le voci è stato il nostro primo obiettivo. Non abbiamo dimenticato che il primo contatto è stato reso possibile da una lunga catena umana, partita dal centro della città. Cari concittadini se vi serviamo dateci il vento dei vostri polmoni.
Lo chiediamo alle persone che ci hanno frequentato. Redattori, tecnici, volontari, studenti, professori, operatori. E che ne hanno ricavato chi una esperienza, chi socialità, chi “cura”, chi una tesi di laurea, chi formazione, chi divertimento, chi emozioni, chi un film. Hanno navigato con noi, forse avevano bisogno di noi. Ora siamo noi ad avere bisogno del loro soffio, della loro spinta. Lo chiediamo alla rete che mette in pratica quotidianamente la legge 180. Lo chiediamo al campo della salute mentale. Alle persone, alle associazioni, al sindacato, ai volontari, agli operatori che interpretano creativamente il motto : “la salute mentale è possibile”.
Lo chiediamo alle Radio della Salute Mentale : Radio Fragola (Trieste) Psicoradio (Bologna), Radio Fuori Onda (Roma), Radio Ondattiva (Bari), Radio Shock (Piacenza), Radio Liberamente (Modena), Collegamenti (Pisa), Radio Seconda Ombra (Udine), Il Mondo di Isabel (Perugia), Radio Stella 180 (Aquila), Interferenze (Bolzano), Como Cheria (Sassari), Radio Icaro (Cesena). Per molte di voi Rete 180 è una sorella maggiore. La vostra presenza ci dà la soddisfazione di vedere una flotta, che continuerà a navigare anche senza Rete 180. Però se ci saremo anche noi è meglio. In-ventatevi qualcosa.
Lo chiediamo al mondo della comunicazione, ai media ed ai social network. La nostra piccola esperienza è proprio lì sul confine. Siamo ancora un medium ma siamo anche un network, tanto reale quanto virtuale. Non crediamo sia un caso che Rete 180 spesso sia stata lei stessa la notizia. Suona certamente retorico, però pensiamo che senza Rete 180 il mondo dell’informazione sarebbe più povero. Avete ampiamente raccontato la nostra nascita. Informate dei rischi che corriamo, della possibilità che Rete 180 chiuda. Dateci un po’ di professionalità volontaria.
Lo chiediamo alle persone che contano. Ai musicisti, agli attori, ai comici, ai presentatori ed agli autori televisivi, agli scrittori ed agli scienziati che ci hanno dato tanto testimonianza quanto amicizia. Dite in giro che Rete 180 deve avere un futuro. Lo chiediamo alle Istituzioni. Se Rete 180 ha un valore pubblico allora datele vento!
In questo momento siamo fermi. E, dunque, per noi è prioritario rimetterci in movimento. Basta che il vento torni a spingerci. Tuttavia abbiamo anche un’idea per dare una propulsione più sicura e costante a Rete 180. Pensiamo ad una partecipazione diretta dei cittadini e di quanti sono o saranno coinvolti nelle attività. Ci serve una organizzazione indipendente. Leggera ed efficiente che assuma su di sè la responsabilità di Rete 180. Un’associazione di cultura e democratica. Che faccia della partecipazione e della condivisione delle scelte lo strumento di gestione.
Per adesioni e proposte [email protected] oppure [email protected]