4 SETTEMBRE – Se dopo l’esaltante vittoria con il Milan qualcuno aveva già iniziato a “sognare”, la sconfitta di Roma ci ha sicuramente riportati con i piedi per terra. Decisamente un brusco risveglio ma questa signori è la Serie A, prendere o lasciare. Una battuta di arresto, quindi, che poteva anche essere messa in preventivo ma che appare quanto mai salutare.
Per il match dell’Olimpico Mandorlini si è affidato per dieci undicesimi alla stessa squadra schierata all’esordio contro il Milan. Unica variante – complice lo stop occorso in settimana ad Albertazzi – l’inserimento dal primo minuto di Hallfreddsson con arretramento di Romulo sulla fascia destra e con Cacciatore dirottato sulla corsia di sinistra. La squadra giallorossa – quest’anno guidata dal francese Rudy Garcia – è sicuramente un organico di qualità, tuttavia fino alla rete di Maicon non mi ha particolarmente impressionato. L’interpretazione tattica della gara da parte dei gialloblù – il solito 4-3-3 limitato forse da un baricentro troppo “basso” – è stata fin dall’inizio molto attenta ed accorta. Per almeno un tempo infatti gli scaligeri sono riusciti a contenere le azioni offensive dei giallorossi che poche volte hanno realmente impensierito la retroguardia veronese. La scelta tuttavia di schierare un Hallfreddsson apparso sin dall’inizio in condizione abbastanza approssimativa – il centrocampista islandese è stato in forse fino all’ultimo a causa di un problema al ginocchio – si è alla fine dimostrata controproducente in quanto in più di un’occasione il buon Emil non è stato in grado di garantire un adeguato supporto, specialmente in fase difensiva. Ed infatti è stata proprio la fascia sinistra la zona del campo dove i gialloblù hanno evidenziato le maggiori difficoltà con Cacciatore – peraltro “fuori ruolo” – che ha sofferto oltremisura le incursioni di Gervinho e Maicon. Senza dimenticare che proprio dalla sinistra, su una palla persa giusto da Hallfreddsson in fase di ripartenza, è scaturita la rete del vantaggio giallorosso. In ogni caso poi l’uno-due firmato da Maicon e Pjanic – quest’ultimo autore di una rete di pregevole fattura – ha di fatto reso vane le speranze di rimonta dei gialloblù. Qualche addetto ai lavori ha “sentenziato” che sarebbe stato più opportuno schierare un 3-5-2, affermazione questa che mi trova solo in parte d’accordo perché non è mai una questione di soli moduli ma anche di atteggiamento. Ed è qui, infatti, che Maietta & compagni potevano e dovevano fare meglio. Voglio dire, in sostanza, che la sconfitta magari arrivava lo stesso, ma vista anche la qualità e l’organizzazione della squadra gialloblù, la partita me la sarei giocata a viso aperto.
In chiusura – in attesa di tornare in campo tra due settimane dopo la sosta prevista per l’incontro della nazionale maggiore – non può certo mancare un pensiero al mercato, dove lunedì 2 settembre alle 23 “Big Ben ha detto stop”. Per il Verona una chiusura decisamente con il botto con gli arrivi di Donadel dal Napoli, di Rubin dal Siena ma soprattutto – vera ciliegina sulla torta – del talento argentino Iturbe dal Porto. In questo caso complimenti a Sean Sogliano per una campagna acquisti forse tra le migliori mai viste da queste parti. Certo ora la palla passa al campo e a Mandorlini che dovrà essere bravo a gestire una rosa così ampia e numerosa. Buon campionato vecchio Hellas, il sogno continua….
Enrico Brigi
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