Sembra assurdo ma è proprio così. Ieri sera durante la seduta del consiglio comunale è stata discussa un’interrogazione presentata dalla Lista Civica “Terrasini da Amare – Terrasini da Vivere” sulla programmazione turistica per il 2010. Tra i quesiti mossi all’amministrazione, il motivo per cui non sia sta ancora effettuata una valida programmazione per l’estate ormai in corso e quali vantaggi dal punto di vista della programmazione turistica hanno dato gli annuali viaggi alla Bit di Milano (questo punto avrebbe, a parer nostro, portato il cons. Antonello Randazzo dello stesso gruppo a non firmare l’interrogazione visto che alla Bit, quale presidente della Commissione Turismo, si è recato anche lui!).
A rispondere (è prassi che per affrontare i temi più scottanti il sindaco mandi in prima linea i suoi assessori rimanendo egli dietro le barricate) il giovane e volenteroso assessore al Turismo Dario Giliberti che ha dato lettura del programma in cantiere per l’estate terrasinese. Un concertino jazz, le riprese di un film (cosa c’entra poi con le manifestazioni estive ancora ce lo chiediamo), un concerto di Mario Venuti grazie alla collaborazione del consigliere di opposizione (?) Nunzio Maniaci e, udite udite, la “Sagra del Cannateddo”.
Bene, potremmo fermarci qui e non andare avanti lasciando ai nostri lettori ogni commento. Ma non possiamo esimerci dal fare i nostri considerato anche che in aula non abbiamo potuto farlo poichè in occasione delle interrogazioni non è ammesso il dibattito, solo un botta-risposta interrogante-amministrazione comunale.
Come possiamo pretendere di fare emergere Terrasini, di farlo accomodare tra l’olimpo dei comuni siciliani denominati “turistici” se continuiamo a proporre sagre, sagrette e feste paesane che troverebbero la loro collocazione più ideale in quei comuni che non possono essere annoverati tra i paesi turistici o che, quantomeno, aspirano ad esserlo non disponendo di un’ottima posizione geografica, di numeri di posti letto, di bellezze naturali che insistono sul loro territorio?
Come possiamo accettare che il nome di Terrasini, in possesso invece di quei requisiti, possa ridursi ad essere associato a sagre e festicciole che andrebbero forse bene a Camporeale o a Torretta (non ce ne vogliamo gli amici di quei paesi)?
E’ mai possibile che mentre a Taormina si celebra il “Taormina Film Festival” a Terrasini si parla di “Sagra del cananteddu”?
E che mentre a San Vito Lo Capo l’economia viene mossa da un festival di carattere internazionale come il “Cous Cous Fest” a Terrasini ci si affida al “Pani Cunzatu”?
E, infine, ci si è mai chiesto che “target” di visitatori attira una “sagra del cananteddu” o del “pani cunzatu”?
A quando una programmazione seria di turismo di qualità e (lasciatecelo dire con un pizzico di snobismo ma la posizione, geografica, la storia, le bellezze naturali che insistono sul nosto territorio ce lo consente) anche un pò di élite?
Intanto, lo sviluppo turistico del nostro paese è affidato a quel biscotto fatto di farina, sugna, latte, zucchero e ammoniaca.
Gruppo Consiliare “Henri D’Aumale” – Terrasini