Il governo Letta si insedia il 28 aprile 2013 e nel primo mese di vita blocca il pagamento della rata di giugno dell’Imu ed eroga i fondi per la cassa integrazione ordinaria e per quella straordinaria (17 maggio). Il secondo mese inizia con l’approvazione del ddl per l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti e il varo di un decreto-legge su alcuni bonus fiscali (31 maggio), mentre al Senato (3 giugno) e alla Camera (5 giugno) passa il decreto sul pagamento dei debiti della pubblica amministrazione. Pochi giorni dopo l’esecutivo vara il cosiddetto decreto del fare che contiene misure anticrisi per il rilancio dell’economia e lo sviluppo del paese (15 giugno), mentre due settimane dopo è la volta della modifica alla Riforma Fornero (24 giugno). Il secondo mese dell’esecutivo si chiude col decreto che blocca temporaneamente l’aumento dell’Iva (26 giugno) e con la presentazione del disegno di legge sull’occupazione giovanile grazie allo sblocco di 1,5 miliardi di euro dal fondo europeo (28 giugno). Il terzo mese vede la presentazione da parte dell’esecutivo di un ddl costituzionale per l’eliminazione delle Province (5 luglio) e il suo impegno a portare in Parlamento ogni decisione relativa a spese militari (16 luglio), chiudendosi con l’approvazione alla Camera delle misure economiche d’urgenza proposte dal governo (26 luglio), che col quarto mese vedrà l’approvazione anche da parte del Senato (7 agosto). Dopo pochi giorni il governo annuncia tagli per 50 milioni sulle auto blu del parco macchine della Presidenza del Consiglio e sugli aerei della flotta di stato (12 agosto). Due giorni dopo il Consiglio dei Ministri approva un decreto legge sul femminicidio (14 agosto), mentre di lì a due settimane è la volta di un decreto legge su pubblica amministrazione precariato (26 agosto). Il quinto mese l’esecutivo approva un decreto legge sul welfare dello studente, con agevolazioni sui libri di testo e provvedimenti per la tutela alla salute a scuola (9 settembre).
Anche qui valga quanto sopra: saranno state iniziative sagge o no, utili o meno, ma certo non si può dire che il governo non abbia combinato niente. Veniamo ora ai primi cinque mesi del governo Renzi, il governo del cazzaro che si atteggia a uomo del fare. Il suo esecutivo vede la luce il 22 febbraio di quest’anno e in cinque mesi e una settimana cos’ha combinato? Ha messo 80 euro nelle buste paga di qualche milione di dipendenti pubblici alla vigilia delle Europee, e ancora non si sa dove caverà la copertura, anzi si parla di una manovra di autunno. Le riforme costituzionali annunciate sono a zero, e così la legge elettorale. Pubblica amministrazione? Jobs Act? Che altro? È un governo che dichiara di incarnare il dinamicissimo modello del fare per fare, e che ha fatto? Un cazzo di niente.Magazine Opinioni
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