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Un concorso per diventare precari

Da Brunougolini


Un concorso per diventare precari


È nata una nuovissima Agenzia per il collocamento di giovani in attesa di lavoro. Non era prevista dalla discussa riforma Fornero. L’iniziativa ha il suo cuore in un supermercato, tra i banchi delle vendite al dettaglio. Un supermercato dal nome avvincente: «Oneprice». Non ci sarà bisogno di corsi di formazione, di curriculum particolari che comprendano i vari saperi acquisiti. Nessuna valutazione del «merito», quella famosa parolina con la quale tanti commentatori si sciacquano la bocca. Tutto è affidato al caso, alla dea bendata, al colpo di fortuna. Come nel gioco della lotteria, come nelle corse dei cavalli. A correre, in questo caso, non sono cavalli bensì giovani assetati di lavoro, gli schizzinosi che sognano di potersi costruire un futuro. Con la consapevolezza che anche in questa singolare «riffa» non vinceranno un pur noioso posto fisso. No, il premio consiste in un posto destinato a terminare dopo qualche tempo, quattro brevi mesi.
Il «soggetto promotore» di questa scesa in campo nel mondo del lavoro è, dunque, One price Italia Srl. Il «concorso» durerà dal primo novembre al 30 dicembre 2012. Potranno partecipare, nei supermercati interessati (Roma e Monterotondo), coloro che abbiano compiuto i 18 anni e che abbiano effettuato una spesa minima di euro 30,00 «con scontrino unico». Dovranno compilare una cartolina e infilarla in un’«apposita urna sigillata e vidimata da un notaio». I dodici vincitori, estratti a sorte, godranno, come premio, di dodici posti di lavoro in qualità di addetti «alle operazioni ausiliarie alla vendita». Durata del loro contratto? Quattro mesi a part time, 24 ore settimanali. Un premio da precari, insomma.
L’iniziativa ha suscitato commenti di ogni tipo. Molti l’hanno vista come un modo per incrementare le vendite, per attirare folle di giovani disposti a spendere 30 euro onde acquisire la cartolina fortunata. Certo, ha commentato la Filcams–Cgil che si occupa dei lavoratori del commercio, «è un’iniziativa che può allettare molti ma è soltanto un’illusione momentanea, un’esca che può abbagliare le tante persone in difficoltà: dà un messaggio fuorviante». Il sindacato si rivolge direttamente al ministro del Lavoro Elsa Fornero: «Dovremmo chiedere al Ministro del lavoro se questa rientra in una delle nuove forme d’inserimento nel mondo del lavoro».
Chissà se il ministro risponderà. A meno che non decida di prendere la palla al balzo, per estendere ovunque questa nuova forma di collocamento della mano d’opera. Altro che diatribe col sindacato, altro che «caporali» intenti a trasportare all’alba gruppi di operai clandestini, altro che private agenzie del lavoro. Tutto potrebbe essere affidato a diverse simpatiche lotterie. Un modo per evitare, a esempio, casi drammatici come quelli di Pomigliano. Non si starà a cercare il pelo nell’uovo per denunciare la discriminazione nei confronti dei tesserati Fiom. Sarà il caso, la dea bendata, a favorire o meno il sindacato di Landini. Non c’è però tanto da sorridere. L’iniziativa del supermercato ci mostra come la vie selvagge del lavoro stiano percorrendo il nostro sistema produttivo. La legge del futuro sarà dunque quella dell’affidare la ricerca del lavoro tutta al caso? Rivolgo la domanda a una giovane conoscente precaria che mi consegna una risposta bruciante: «Oggi non è già tutto così per noi?».


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