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Un corvo al ministero

Creato il 18 novembre 2012 da Pedagogika2

Le news di oggi sul mondo della ricerca scolastica, allego alcuni articoli trovati...........a voi i commenti.

Un corvo al ministero: “Ricerca, la cricca degli appalti truccati”

Il dossier inviato al Fatto quotidiano: dirigenti del ministero dell'Istruzione, della'univeristà e della ricerca dirotavano fondi europei per centinaia di milioni bandi di gara scritti su misura per le aziende amiche

di Thomas Mackinson |17Novembre 2012Dopo quello al Viminale, ecco il corvo del Miur. Un documento inviato al Fatto Quotidiano mette in subbuglio molti dirigenti del ministero guidato da Francesco Profumo. L’anonimo, probabilmente un funzionario di ruolo, in un centinaio di pagine molto circostanziate racconta il “sistema” che avrebbe infettato da tempo uno dei centri di spesa principali del governo: la Direzione Generale della Ricerca, responsabile dell’erogazione di 6,2 miliardi di contributi comunitari a fondo perduto, 3 miliardi di budget statale e un miliardo l’anno di fondi ordinari per gli enti di ricerca. Una montagna di soldi, anche per il sud, in parte già finiti al centro di alcune inchieste per truffa, dal dissesto dell’Idi romana al Gruppo Silva che dirottava al nord i fondi europei per il meridione.Truffe, favori e consulenzeStando al dossier anonimo quelle vicende sarebbero soltanto la punta dell’iceberg. Nelle carte, infatti, il corvo indica decine di altre aziende che avrebbero beneficiato di finanziamenti pur non avendo requisiti . Un sistema messo in piedi da una vera e propria “cricca” che, ai piani alti del Miur, avrebbe offerto una sponda sistematica alle truffe. Una storia tutta da raccontare, ma che è speculare a quella che – solo due settimane fa – ha sconvolto il ministero dell’Interno, portando alle dimissioni del numero due della Polizia, Nicola Izzo, “autorità di gestione” dei fondi comunitari per “Sicurezza e sviluppo”. In quel caso si trattava di appalti per l’acquisto di impianti tecnologici, nel caso del Miur il fronte è invece quello della Ricerca e dello sviluppo (Pon) e la posta in gioco sarebbe molto più alta: diverse centinaia di milioni di euro. L’anonimo fa nomi e cognomi di funzionari e collaboratori infedeli, consulenti rapaci, riferisce di tangenti (certo, tutte da dimostrare), scambi di favore, appalti pilotati, assunzioni e consulenze. Tutto per aumentare il valore intrinseco dei progetti e renderli “priori-tari” su altri o per bypassare il filtro dell’affidabilità economico-finanziaria delle società proponenti, riammettendo gli stessi progetti bocciati dagli esperti indipendenti incaricati dal ministero. “Compagini di progetti che vinceranno sono organizzate dall’interno, prima ancora dell’avvio dei bandi”, si legge. Pratiche rese possibili da una sistematica forzatura delle norme e dei ruoli nelle strutture deputate alla validazione dei progetti e al successivo controllo, in cambio di utilità diverse, dal semplice fare carriera all’ottenere danaro o consulenze dalle stesse imprese. Ricorrono parentele, amicizie, legami tra professionisti e consulenti in palese conflitto d’interessi, spesso cementati dalle stesse origini calabresi. Spuntano anche i nomi dei più stretti collaboratori dei ministri Gelmini e Profumo, si indicano società in quota a partiti e singoli politici, sulle quali sarebbe caduta una pioggia di quattrini grazie a meccanismi oliati di corruzione e scambio. Qualcosa era emerso un anno fa, con il giallo delle assegnazioni-lampo del ministro Gelmini a pochi giorni dallacaduta del governoBerlusconi (che sarà oggetto della prossima puntata di Report).Macroscopico poi il caso Sicilia, dove 600 milioni di euro sono stati bloccati dalla Ue, proprio per il sospetto di assegnazioni irregolari e carenza di controlli interni sulle procedure di spesa. Tutte vicende che hanno messo via via in allarme il Parlamento che, più volte, ha sollevato dubbi e sospetti. Negli ultimi tre anni deputati e senatori hanno depositato ben nove interrogazioni parlamentari ma nessuna, a oggi, ha trovato risposta da parte del governo passato e di quello in carica. Un muro impenetrabile. Le risposte potrebbero arrivare allora proprio da quelle carte inviate al Fatto Quotidiano che stanno destando l’interesse della magistratura.Non solo l’affaire dell’IdiLa notizia del “corvo” arriva come una doccia fredda al ministero, che però non esclude che le segnalazioni abbiano fondamento: “Abbiamo avuto problemi con alcuni casi specifici come l’Idi – spiega il direttore generale Emanuele Fidora, interpellato ieri – ma sono qui da marzo e non ho avuto sentore di altre anomalie. La denuncia anonima va presa con le pinze, ma la casistica che riporta sembra così circostanziata da far temere che qualcosa di vero ci sia”. Ma a che livello? “Può capitare, in effetti, che tra gli esperti nominati dal Miur e le società proponenti emergano difficoltà interpretative su bilanci e validità dei progetti. Capita anche che per un parere negativo della banca venga chiesta la revisione del giudizio. Ma sarebbe gravissimo se riscontrassimo che soggetti scartati in fase di preselezione, in sede scientifica o economica, siano stati poi riammessi contro il parere degli esperti. Siamo pronti a valutare quelle segnalazioni caso per caso”. Soprattutto se l’approvazione dei progetti è avvenuta in cambio di altre “utilità”.Il lavoro delle procureIl dossier ha subito sollevato l’interesse dei magistrati che stanno indagando sulle truffe con i fondi europei in diverse regioni d’Italia. Soprattutto se consentisse di spostare la latitudine delle indagini in corso, dai soggetti esterni che hanno beneficiato dei finanziamenti illegittimi alle strutture amministrative preposte all’erogazione e al controllo. La Procura monregalese che ha in mano l’inchiesta sul gruppo Silva, ad esempio, sta disponendo proprio in questi giorni il rinvio a giudizio di alcune persone coinvolte a diverso titolo: se risultasse che il Miur non è solo parte lesa, ma soggetto attivo nella commissione dei reati, per alcuni indagati potrebbe scattare il reato associativo e non solo la truffa aggravata. Anche gli inquirenti di Roma e la Guardia di finanza di Catanzaro sono in allerta: “Indagando su imprese beneficiarie e consulenti esterni incaricati dal ministero – spiegano fonti investigative – abbiamo accertato un primo e secondo livello, ma appurare l’esistenza di un terzo livello, all’interno degli stessi ministeri competenti, è difficilissimo. Abbiamo ricevuto segnalazioni di soggetti che a Roma prenderebbero percentuali sulle pratiche andate a buon fine, ma nessuno finora ha avuto il coraggio di dichiararlo in atti o fornire nomi su cui indagare. Forse quelle carte potrebbero fornire i primi indizi utili per accertare complicità ai piani più alti”.da Il Fatto Quotidiano del 17 novembre 2012
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/11/17/u-corvo-al-ministero-ricerca-cricca-degli-appalti-truccati/417926/ 

“Corvo al Miur”, Profumo manda gli ispettori. La Gdf di Catanzaro indaga

18/11/2012

Dopo quanto pubblicato dal Fatto Quotidiano, il ministro Profumo fa sapere di voler procedere immediatamente ai necessari accertamenti amministrativi e segnalare eventuali anomalie nella gestione dei fondi. In allerta anche la Guardia di Finanza di Catanzaro" e la Procura di Mondovì che ha le carte sul gruppo Silva.

Il Miur “non conosce il contenuto del dossier anonimo cui fa riferimento oggi Il Fatto Quotidiano nell’articolo sulle presunte irregolarità nellagestione dei fondi dedicati alla ricerca“. E’ il comunicato che, come riferisce il Fatto, lo stesso ministero avrebbe diramato alle agenzie.
Tuttavia, continua il comunicato Miur, “facendo seguito all’impegno seguito dal ministro Francesco Profumo sin dall’inizio del suo mandato a favore della massima trasparenza amministrativa, il ministero ritiene comunque necessario, a garanzia e tutela dell’interesse dei cittadini e dell’istituzione stessa a una gestione oculata e corretta delle risorse pubbliche, procedere immediatamente ai necessari accertamenti amministrativi finalizzati a fornire il quadro oggettivo della situazione e segnalare eventuali anomalie amministrative e contabili nella gestione dei fondi nazionali e comunitari degli ultimi anni”.
“A tal fine il capo di gabinetto del ministro ha richiesto oggi stesso al ragioniere generale dello Stato l’intervento dei servizi ispettivi di finanza pubblica”. Il ministro Profumo ha chiesto inoltre al Capo di Gabinetto “di procedere con immediatezza a un’analisi delle procedure interne all’amministrazione, nonché del ruolo e delle modalità di funzionamento degli organismi interni variamente denominati, istituiti in varie epoche e composti prevalentemente da soggetti esterni all’amministrazione. Infine, si ritiene utile accelerare, nell’ambito del più generale processo di riorganizzazione del ministero, il rafforzamento della direzione generale della Ricerca anche attraverso l’immissione di un congruo numero di funzionari che entreranno in servizio nel prossimo mese di dicembre”.
Ma oltre a questo comunicato, nella Gazzetta del Sud si legge che anche la GdF di Catanzaro starebbe già indagando.
E ci sarebbero pure "gli inquirenti di Roma e la Guardia di Finanza di Catanzaro", ma anche la Procura di Mondovì che ha le carte sul gruppo Silva. Fonti investigative sperano di poter "accertare complicità ai piani alti". Fidora - direttore generale del Miur - premette: "abbiamo avuto problemi con alcuni casi specifici come l'Idi, ma sono qui da marzo e non ho avuto sentore di altre anomalie". 
http://www.tecnicadellascuola.it/index.php?id=41407&action=view 

Tra corvi e inchieste di Report, il Miur come risponde? Implode?

di L.F. 18/11/2012

Se tutto quello che sta emergendo, dai documenti inviati dal misterioso “corvo” o “talpa interna al Miur” a “Il fatto quotidiano”, fosse vero, saremmo di fronte a fatti di estrema gravita ai quali il ministro dovrebbe rispondere con parole e atti chiari.

Questi giorni di metà novembre sono giorni inquietanti per il Miur e per il ministro Profumo. Tutto sembra franare intorno al ministro, che ha sempre predicato trasparenza amministrativa , meritocrazia e valorizzazione professionale. I sospetti di un “corvo” all’interno del palazzo di viale Trastevere e le luci di un’inchiesta accese dalla redazione di “Report”, fanno emergere vergognosi sprechi, irregolarità contabili e relazioni clientelari e affaristiche, con personaggi discutibili.
Si parla addirittura di una vera e propria cricca dell’appalto truccato.
Se tutto quello che sta emergendo, dai documenti inviati dal misterioso “corvo” o “talpa interna al Miur” a Il fatto quotidiano, fosse vero , saremmo di fronte ad un’associazione a delinquere.
Si tratterebbe non solamente di un reato di tipo penale e amministrativo, ma anche di un reato etico. Infatti con i risparmi provenienti dai tagli dissennati di gelminiana memoria, che hanno fatto incassare al Miur ben oltre 8 miliardi di euro, piuttosto che incentivare e valorizzare i docenti, come previsto dall’art.64 della legge 133/2008, hanno addirittura bloccato gli scatti degli stipendi e sprecato le nostre risorse economiche, per alimentare il solito mal costume degli appalti truccati.
Dall’inchiesta degli inviati della Gabanelli, si parla dell’elargizione di centinaia di miglia di euro, per le cosiddette “pillole del sapere”, che possiamo ribattezzare, come “pillole della vergogna”, dello stanziamento di quasi un milione e mezzo di euro da destinare a prodotti multimediali per la scuola, e ancora molti altri sprechi anche pluri-miliardari, come emerge dai documenti del “corvo” che parlano ad esempio 6,2 miliardi di contributi comunitari a fondo perduto, 3 miliardi di budget statale e un miliardo l’anno di fondi ordinari per gli enti di ricerca .
Al ministero dell’Istruzione, dell’università e della Ricerca cadono dalle nuvole, non conoscono il contenuto del dossier anonimo citato da Il Fatto Quotidiano di oggi nell’articolo sulle presunte irregolarità nella gestione dei fondi dedicati alla ricerca.Il ministro Profumo garantisce massima trasparenza, si impegna a procedere ad accertamenti amministrativi volti a controllare se esistono reali anomalie amministrative e contabili nella gestione dei fondi nazionali e comunitari degli ultimi anni. Il timore più che giustificato è quello che tra corvi e inchieste di Report , si sta scoperchiano il coperchio di una pentola maleodorante che mette a rischio implosione il Miur e potrebbe anticipare la fine di legislatura per il ministro Profumo.
Le dimissioni di Profumo si renderebbero necessarie anche perché è un ministro che qualche giorno fa aveva proposto l’aumento delle ore di servizio da 18 a 24 dei docenti di scuola secondaria, mentre nel suo ministero si elargivano miliardi per clientele e favori. http://www.tecnicadellascuola.it/index.php?id=41409&action=view 

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