Magazine Diario personale
Si, sono "vagamente" in ritardo, ma sono abbonata "Vanity Fair" e "Marie Clair", oltre che "Elle", per l'appunto...
Ed ho un rapporto simbiotico con i romanzi, ergo riuscire a far stare sia libri che riviste nelle 24 ore concesseci, è un dramma!Comunque, come detto, leggevo il numero di dicembre:Le italiane e la contraccezione. Questa sconosciuta.I termini minimi e massimi di conoscenza sulla materia, si equivalgono, e portano dati tutt'altro che rosei... Pare che, tra luoghi comuni ricorrenti, e scarsissima voglia di informazione, siano in pericoloso aumento il numero delle donne che si espone, senza desiderarlo, al concepimento.Il ministero della salute precedente, a dicembre Renzi ancora non mangiava il panettone come leader della maggioranza [...e, come tale, non avrebbe neppure potuto mangiarsi la colomba, ma questa è divagazione politica, della quale, nonostante sia attinente date le giornate di voto, non mi va di ciarlare...], aveva un progetto di sensibilizzazione all'argomento, ma era forte di una percentuale in diminuzione di aborti, e quindi, i suoi intenti, si sono disciolti velocemente. Ora, io sono ben conscia della stragrande popolazione di ricercatrici presente sul blog, donne votate alla maternità come ideale, e come qualcosa che per essere raggiunto, farà passare tra dolore e lacrime; ma ci sono anche donne senza quella mission esasperata, donne che vogliono vivere la propria vita sessuale lontana dal campanello della gravidanza, e non sono poche!
Forse non hanno voce altresì sonante, ma sono parecchie! E quindi non mi spiego questa ritrosia nei confronti dei metodi contraccettivi. Assodato che, la pillola, non è [più] quel mostro verde che provoca inciccionimento brutale, mal di testa e che mette a rischio sterilità, cerotto, spirale, anello vaginale; vi dicono nulla?Siamo nel millennio dell'immediatezza, quello in cui, con un clik si risolvono innumerevoli spinose questioni, quello in cui Wikipedia ha fatto le scarpe a tanti insegnanti, e youtube rende obsoleto qualsiasi Piero Angela, eppure viviamo in una cappa di ignoranza retrograda che mal si confà, alla femminile emancipazione, che non ci si stanca di invocare ed osannare. Guerriere spaventate da noi stesse, occhi chiusi e testa sotto la sabbia a protezione di noi stesse, come fosse giusto così... Rifletto sui progressi della donna nella società, e mi rendo conto di quanto essa sia nemica di se stessa. Ferma in posizioni di annichilita noncuranza, come se fosse più giusto così, come se "dato che non ne pronuncio il nome, a me non capita"... Come quella storia del, "finché non capita a me, non mi riguarda", retrogradissimamente noi.
Donne.
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