La Pubblica Amministrazione, o meglio il suo stato pietoso, è spesso additato come una delle cause dell’arretratezze del Sistema Paese. La Stampa ci aiuta a delineare quanti e quali sono i mali di cui soffre la PA e sui cui è necessario intervenire: l’attuale Ministro per i Rapporti col Parlamento Piero Giarda la scorsa estate fu chiamato a curare il Rapporto sulla spesa pubblica che individuò inefficienze produttive, gestionali ed economiche:
- sovrannumero di impiegati: spesso due impiegati svolgono la stessa mansione;
- utilizzo di fattori di produzione incompatibili a causa di mancanza o carenza di formazione del personale;
- i beni vengono pagati a prezzi maggiorati rispetto a quelli di mercato;
- vengono adottate tecniche sbagliate che potrebbero essere più efficienti se al posto di persone venisse utilizzata la tecnologia;
- tecnologia antica, scarsi investimenti nell’innovazione che alla lunga potrebbe garantire un risparmio visibile;
- finanziamento a pioggia: si danno i soldi a tutti, senza identificare i soggetti più meritevoli;
- mancato completamento di opere pubbliche iniziate o tempi e costi previsti gonfiati a dismisura;
- mancanza di programmi a vantaggio della collettività e avvio di programmi di spesa senza verificarne i benefici;
- non è avvenuto l’adeguamento dei servizi e dei programmi ai mutati bisogni della collettività;
- vengono finanziate spese che non hanno influenza negativa sulla crescita;
Questi sono problemi tecnici che un governo tecnico dovrebbe provvedere a risolvere, ma una riforma della PA non pare all’orizzonte. Anzi, nella prima infornata di Ministri, quello alla Funzione Pubblica, Patroni Griffi, non era previsto ed è stato aggiunto durante la nomina dei vice e dei sottosegretari.