Ok, anche la stagione scorsa Memphis ha chiuso con un record sotto il 50%, ma il 40-42 è un segnale di grandissima ripresa dopo gli anni bui e per quest’anno, così come altre squadre, l’obiettivo sarà quello di raggiungere l’ottavo posto della infernale Western Conference, che vorrà dire playoff. La riconferma di Rudy Gay, il cui contratto è stato allungato per i prossimi cinque anni per un totale di circa 82 milioni di dollari, è il chiaro segnale che finalmente la proprietà vuole salire di livello e non perdere tutto il lavoro fatto in questi anni; perchè l’ala è il leader tecnico della squadra e il suo potenziale non è ancora esploso definitivamente, anche se le cifre sono ovviamente dalla sua parte: 19.6 punti, 5.9 rimbalzi, 1.9 assist nell’ultima stagione.
La sorpresa più grande per i Grizzlies, però, è stata senza dubbio la maturazione mentale di Zach Randolph, arrivato come giocatore problematico, che a detta di tutti doveva portare solo guai, trasfomatosi in vero leader della squadra. Le sue cifre stagionali sono state migliori rispetto a quelle di Gay, e grazie alla doppia-doppia di media da 20.8 punti e 11.7 rimbalzi è arrivata anche la prima storica convocazione per l’All-Star Game. Inoltre ZBo è in scadenza di contratto (17,333,333 dollari) quindi anche questa stagione dovrà cercare di mantenere delle cifre simili se vorrà strappare un altro contratto di questo calibro.
L’ossatura di Memphis però è molto giovane e questo se da una parte è un problema nell’immediato, dall’altra è una cosa che non può che far sorridere la dirigenza. Mayo continua a crescere e sta diventando più disciplinato rispetto al passato (17.5 punti, 3.8 rimbalzi e 3 assist), Conley è finalmente diventato il playmaker titolare della squadra dopo alcune apparizioni anche nella D-League, mentre Marc Gasol ha sostituito nei cuori dei tifosi il fratello sfiorando la doppia-doppia di media.
Arthur e Young, poi, sono in rampa di lancio e con il nuovo acquisto Tony Allen dovranno dare man forte partendo dalla panchina. L’ex Celtics, oltre alla difesa, dovrà cercare di portare anche la sua esperienza maturata in tutti questi anni.
Manca ancora un playmaker che esca dalla panchina e magari un altra ala-guardia per completare il roster, anche se dal draft è arrivato Xavier Henry, giovanissimo talento da Kansas che però dovrà crescere ancora parecchio. Ad ogni modo lo spazio salariale c’è, e si potrebbe pescare qualcuno di buono per restare anche sotto il tetto del cap, il che non dispiacerebbe di certo al proprietario… purchè si lotti per andare ai playoff fino alla fine!