In questi due giorni ho letto molto su Giorgio Bocca, dai coccodrilli alle lodi, dalle critiche agli insulti (quelli più semplici e vigliacchi contro chi non c'è più). Ammetto che il personaggio Bocca non mi dispiaceva, apprezzavo quella sua libertà di pensiero che lo faceva essere anche antipatico e spesso senza freni. Non per questo ero un suo assiduo lettore, anzi. La prima domanda che mi è sorta dopo aver letto i tanti elogi e qualche critica però è stata: e se fosse stato "solo" un giornalista? Probabilmente bravissimo, forse il migliore dei sopravvissuti (tolti insomma i santificati Biagi e Montanelli) ma pur sempre un giornalista. Uno che non si è scusato né ha corretto le proprie sciocchezze, i propri errori, ad esempio ai tempi degli Anni di piombo. E' pur sempre colui che scrisse che le BR erano una "favola eterna" o, peggio, "una invenzione dei magostrati". Tutto figlio del suo essere anticonformista e libero a tutti i costi, per carità, ma tutto cancellato negli anni a venire con pezzi che magari raccontavano l'opposto di quanto dichirato in precedenza. Ho avuto stima di Bocca, del suo sarcasmo, delle sue indagini e della sua forza. Anche della sua antipatia. Ma la forza della verità e del giornalismo si nascondono in quella libertà che è propria anche e soprattutto quando si ha il coraggio di dire "ho sbagliato". Altrimenti si è ottimi giornalisti ma tali si rimane. Gli eroi stanno altrove.
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In questi due giorni ho letto molto su Giorgio Bocca, dai coccodrilli alle lodi, dalle critiche agli insulti (quelli più semplici e vigliacchi contro chi non c'è più). Ammetto che il personaggio Bocca non mi dispiaceva, apprezzavo quella sua libertà di pensiero che lo faceva essere anche antipatico e spesso senza freni. Non per questo ero un suo assiduo lettore, anzi. La prima domanda che mi è sorta dopo aver letto i tanti elogi e qualche critica però è stata: e se fosse stato "solo" un giornalista? Probabilmente bravissimo, forse il migliore dei sopravvissuti (tolti insomma i santificati Biagi e Montanelli) ma pur sempre un giornalista. Uno che non si è scusato né ha corretto le proprie sciocchezze, i propri errori, ad esempio ai tempi degli Anni di piombo. E' pur sempre colui che scrisse che le BR erano una "favola eterna" o, peggio, "una invenzione dei magostrati". Tutto figlio del suo essere anticonformista e libero a tutti i costi, per carità, ma tutto cancellato negli anni a venire con pezzi che magari raccontavano l'opposto di quanto dichirato in precedenza. Ho avuto stima di Bocca, del suo sarcasmo, delle sue indagini e della sua forza. Anche della sua antipatia. Ma la forza della verità e del giornalismo si nascondono in quella libertà che è propria anche e soprattutto quando si ha il coraggio di dire "ho sbagliato". Altrimenti si è ottimi giornalisti ma tali si rimane. Gli eroi stanno altrove.
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