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Un inizio anno all'insegna dell'arte

Da Paneemarmellata

.: Ah, sweet dancer - Santana :.
Uno dei miei sogni più grandi è andare a Parigi, e uno dei motivi, oltre alla magia della città, alla sua pasticceria, alle infinite cose da vedere, è il Musée d'Orsay... Quindi non potevo proprio perdermi il bellissimo omaggio che la Società Promotrice delle Belle Arti di Torino ha fatto a Degas con l'esposizione di un'ottantina di sue opere provenienti proprio dal Musée d’Orsay ...
Un inizio anno all'insegna dell'arteDipinti, pastelli, sculture in bronzo.... Un percorso tra alcuni dei suoi capolavori più famosi per ripercorrere e toccare tutti i temi a cui Degas era più legato: i ritratti e l’ambiente familiare, la rappresentazione della vita moderna, gli artisti, le corse, i caffè e i teatri.... e poi i cavalli  e le ballerine, soggetti che amava così tanto!!! Un inizio anno all'insegna dell'arte  La famiglia Bellelli
Un inizio anno all'insegna dell'arteUn inizio anno all'insegna dell'arte   Piccola danzatrice di quattordici anni   Ritratto di Hilaire De Gas
Un inizio anno all'insegna dell'arte L'orchestra dell'Opéra
Un inizio anno all'insegna dell'arte Prove di balletto in scena
Un inizio anno all'insegna dell'arte
 Fin d'arabesque (ballerina con bouquet)
E dopo, complice una giornata dal clima piacevole, abbiamo fatto una bella passeggiata al parco del Valentino....
Un inizio anno all'insegna dell'arteUn inizio anno all'insegna dell'arte
... e abbiamo anche fatto un simpatico incontro....
Un inizio anno all'insegna dell'arte
e ora basta con l'arte e si torna in cucina con la ricetta di oggi.... un risotto al Castelmagno semplice semplice, arrichito però dalla croccantezza di noci e fave di cacao, in un piacevole alternarsi di dolce e amaro....
Risotto al Castelmagno, Noci e Fave di Cacao 
Un inizio anno all'insegna dell'arteIngredienti per 2 persone: 
  • 160 g di riso vialone nano
  • 80 g di Castelmagno
  • Mezza cipolla
  • 6-7 noci tritate grossolanamente
  • Un paio di fave di cacao sbriciolate
  • Brodo vegetale q.b.
  • Olio evo q.b.
  • Sale q.b.
In una padella rosolare la cipolla tritata con un filo d’olio evo. Far insaporire e unire il riso, farlo tostare e continuare la cottura aggiungendo quando necessario del brodo vegetale. A fine cottura mantecare con il Castelmagno, regolare di sale e impiattare completando ogni piatto con le noci e le fave.

Lo sapevate che il Castelmagno…

... è un formaggioitalianoa Denominazione di origine protetta, prodotto, stagionato e confezionato nel territorio amministrativo dei comuni di Castelmagno, Pradleves e Monterosso Grana in provincia di Cuneo? Dagli stessi comuni deve anche provenire il latte destinato alla trasformazione. Si tratta di un formaggio a pasta semidura, erborinata, prodotto in forme cilindriche con diametrofra i quindici ed i venticinque centimetri. È prodotto principalmente con lattevaccinoprodotto di due mungiture consecutive (serale e mattutina), talvolta addizionato con latte caprinood ovinoin percentuali che non superano mai il 20% La presenza di venature è dovuta allo sviluppo di speciali muffe, appartenenti al genere pennicillium, che contraddistinguono i cosiddetti formaggi erborinati o a pasta blu. L' "erborinatura", termine che deriva dal vocabolo dialettale lombardo "erborin" e significa prezzemolo, nel Castelmagno si sviluppa naturalmente con la stagionatura senza necessità di inoculo di muffe specifiche. Per quanto riguarda le origini, si ipotizza che la produzione del Castelmagno nella sua forma attuale sia iniziata intorno all'anno mille, anche se non si possono avere prove certe in questo senso. Che il Castelmagno fosse rinomato anche in tempi molto remoti, lo dimostra il testo di una sentenza arbitrale del 1277, secondo la quale, per l'usufrutto di alcuni pascoli in contestazione fra i Comuni di Castelmagno e di Celle di Macra, si fissava come canone annuo - da pagarsi al Marchese di Saluzzo - una certa quantità di formaggi di Castelmagno. Altro documento storico in cui viene citato il pregiato formaggio è un decretodi re Vittorio Amedeo II che ordinava, nel 1722, la fornitura di forme di Castelmagno al feudatario locale. L'Ottocento è l'epoca d'oro di questo prestigioso formaggio: il Castelmagno diventa il re dei formaggi italiani e compare nei menu dei più prestigiosi ristoranti di Londra e di Parigi. Poi inizia la decadenza e con le guerre e lo spopolamento della montagna degli anni '60 il Castelmagno ha rischiato seriamente di scomparire. La ripresa produttiva avviene a partire dai primi anni '80: il Castelmagno ottiene nel 1982, grazie all'enorme impegno dell'allora sindaco Gianni De Matteis, il riconoscimento nazionale DOC e successivamente nel 1996 il risconoscimento europeo DOP. Nel 2002 è stato riconosciuto ufficialmente il Consorzio per la tutela del Castelmagno con lo scopo di promuovere e tutelare l'omonimo formaggio. E' storia recente la fuoriuscita dal consorzio di tutela di buona parte dei produttori storici castelmagnesi contrari, sia all'adozione della normativa che determina i voti all'interno del consiglio d'amministrazione in base alla quantità di merce prodotta e non già come unità d'azienda e sia alle modifiche apportate al disciplinare tecnico di produzione troppo inclini ad un prodotto "industriale" e poco attente alla salvaguardia dei millenari metodi tradizionali.

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