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Un metalmeccanico al governo

Creato il 04 dicembre 2011 da Laperonza

 

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Ho aspettato un po’ prima di dare un giudizio su Monti. L’ho fatto perché non mi piace dare giudizi affrettati anche se caratterialmente ci sono predisposto. Nel senso che da Monti qualcosa mi aspettavo e non sono stato deluso. Del resto da un bocconiano c’è poco da aspettarsi diverso da quello che immagini.

 

Poi stasera ho ascoltato con attenzione Bersani da Fazio. E mi veniva da gridare: “Bersani, dì qualcosa di sinistra”. Ma la frase è vecchia e logora per cui fate finta che non l’ho scritta. Contemporaneamente arrivavano i dati della manovra. I miei amici di Facebook l’hanno già visto nei giorni scorsi quando ho scritto nel mio stato “e la patrimoniale?”. Non mi sento un profeta ma penso di essere sufficientemente intelligente da capire dove vanno a dirigersi le cose. E della patrimoniale non si parlava da tempo. Infatti è scomparsa dalla manovra.

 

La manovra. Eleva l’età contributiva. Mi sta bene. Lavorerò un po’ di più. Cambia il sistema. E’ anche giusto, prenderò quello che ho versato. Rimettono l’ICI anche se gli cambiano nome. Mi prude dietro ma lo sapevo già da quando l’hanno tolta, l’ICI, che non poteva essere. Nel frattempo l’hanno rimpiazzata con mille balzelli e ora la reintroducono come a colmare un vuoto. Ti prude sì che ti prude. Ma pazienza. Siamo chiamati a fare sacrifici e facciamoli. Vorrà dire che quest’anno non farò la mia consueta crociera in pedalò.

 

Poi mi dicono che inaspriranno i controlli. Alfano dice che si rischia lo stato di polizia fiscale. Bersani dice che è ora di controllare e stanare gli evasori. La Camusso sbraita. Bonanni pure e dovrebbe solo starsene zitto, magari emigrare in Svizzera. Fatto sta che sappiamo benissimo dove si andranno a cercare i soldi. Ma la colpa di chi è?

 

La colpa è di un sistema-paese che non ha mai funzionato, di uno stato sociale che ci ha preso per i fondelli per anni. La colpa è di un sindacato che ha fatto sempre interessi diversi da quelli dei lavoratori, avallando casse-integrazioni che facevano più il gioco del datore di lavoro che del lavoratore, spendendo energie per sostenere l’immigrato-cozza a caccia di sussidi piuttosto che l’operaio a rischio. E ora ci troviamo lavoratori in mobilità a sessant’anni che nessuno riassumerà con un sistema di ammortizzatori sociali che non può farci nulla.

 

E quello che è peggio ci ritroviamo la Bocconi al governo, votata da destra e sinistra con la sola eccezione (poco edificante) della Lega sanguisuga della Romaladrona che ha dissanguato e che ora vorrebbe concedesse la tanto agognata indipendenza (da che da chi da cosa). Un governo di bocconiani, di rotariani, di laioniani, di gente col portafoglio gonfio. Che sarà anche in buonafede disposta a sacrifici ma che i sacrifici più grossi li butta giocoforza altrove.

 

Al posto del bocconiano ci vorrebbe un Presidente del Consiglio metalmeccanico. Uno che sa bene come si fa ad arrivare a fine mese con milleduecento euro quando va bene. Non so se potrebbe salvarci il deretano. Ma potrebbe senz’altro fare in modo che a spaccarsi l’osso sacro non siano quelli che già se lo sono consumato.

 

E adesso non ditemi che sono più realista del re o più comunista dei comunisti. Sono solo uno che pensa.

 

Luca Craia

 


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