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Un motivo c’è, comunque

Creato il 27 settembre 2011 da Fabio1983
Rileggendo qualche post indietro mi sono detto che forse devo una spiegazione ai venticinque lettori che di tanto in tanto passano di qui. I quali avranno senz’altro notato la mia particolare attenzione alle ultime mosse degli esponenti più in vista del Pdl. Naturalmente se li ho annoiati con le dichiarazioni di Alemanno (e di riflesso di altri, tra i quali Formigoni) una giustificazione c’è. Per spiegare le mie ragioni, parto da un presupposto. Ormai è abbastanza chiaro che trasversalmente si ha la convinzione di come il dopo Berlusconi sia imminente. E se è vero che il centrosinistra deve assolutamente evitare di farsi trovare impreparato all’occasione, ciò è ancora più vero se osservato dalla prospettiva del centrodestra, vuoi perché in questi anni – inutile negarlo – berlusconismo ha fatto rima con centrodestra, vuoi perché finora nessuno aveva mai osato rinnegare il Capo (tralasciando i vari Follini, Casini e Fini che comunque, per farlo, ne hanno impiegato di tempo). Intendiamoci, non è che qualcuno lo rinneghi apertamente. Alemanno, per dire, è molto accorto in questo senso. Ma affermare un giorno sì e l’altro pure che è meglio il voto dell’inerzia del governo equivale a confessare una ormai esaurita fiducia nei confronti di chi aveva promesso una rivoluzione liberale e che ora  rischia invece di passare alla storia per il motivo sbagliato. Al quadro, inoltre, si aggiunga che il governo appare sempre più alle prese con i capricci dei singoli ministri. Siamo cioè al cospetto di una gara tra “fenomeni” in cui ognuno si crede più “fenomeno” dell’altro, in cui se per una volta che a qualcuno capita di dire una cosa giusta – e già di per sé tale eventualità è da considerarsi una notizia –, un attimo dopo la sputtana ricevendo il niet di un collega con il quale evidentemente non si era neppure confrontato sull’argomento. Siccome dalle parti di Palazzo Chigi e dintorni si assiste alla più totale approssimazione, ritengo doverosa una riflessione su cosa ci attenderà in futuro, tanto nel centrosinistra quanto – a maggior ragione – nel centrodestra. Giusto per non essere noi quelli che si faranno cogliere impreparati, alla fine.

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