Cambiare qualcosa che sembrava essersi stabilizzata nel tempo non è mai semplice, sia per chi la vive da dentro e chi la vede da fuori. In qualche modo è come cambiare delle abitudini, e se queste erano lunghe quasi trent’anni è come ricominciare da capo. Nuovo cast, nuovo regista, nuovo spunto narrativo, il cinepanettone come lo conoscevamo non esiste più e Un Natale stupefacente sembra essere il definitivo cambio di passo. Se già con l’accoppiata Colpi di fulmine e Colpi di fortuna erano state abbandonate le formule “Vacanze di Natale” e “Natale a”, esisteva lo stesso un legame con la tradizione affinché venisse perpetuata secondo altri parametri, in particolare con la regia del veterano Neri Parenti e la presenza del solito Christian de Sica, ora il passaggio di testimone è completo. Lillo e Greg, già presenti nelle altre due pellicole, sono promossi a capocomici con il compito di reggere l’intera vicenda. Protagonisti di un affidamento forzato, i due dovranno prendersi cura del piccolo nipotino proprio durante il periodo natalizio. Per superare le ovvie inadeguatezze i due poveri sciancati chiederanno aiuto alla ex moglie di uno dei due, al suo nuovo fidanzato tatuatore, e ad una ragazza, Genny. Da questo incipit ha inizio la tipica giravolta di equivoci e incastri amorosi, per far sì che il gruppo appaia il più possibile una vera famiglia agli occhi degli assistenti sociali.
Un netto cambio di direzione con i cinepanettoni si ha con la formazione del cast di supporto attorno ai due protagonisti. Meno comici provenienti dalla TV per dare spazio a dei caratteristi di professione. Insomma sono lontani i tempi in cui c’erano ammucchiate di comici ognuno con apposito episodio dedicato, quando assieme a Boldi e De Sica erano presenti i vari Jerry Calà, Ezio Greggio o Nino d’Angelo e più recentemente Fichi d’India, Enzo Salvi e Biagio Izzo. Scelta sicuramente meno d’impatto nel cartellone ma probabilmente più equilibrata. Quindi affianco a Lillo e Greg troviamo Ambra Angiolini, il Biascica di Boris, Paolo Calabresi, Paola Minaccioni, il Libanese de Romanzo criminale – La serie, Francesco Molinari.
Insomma un cast eterogeneo e non proveniente solo dalla commedia, scompare di fatto anche la narrazione a episodi per preferire invece un racconto più organico, lasciando però inalterato il meccanismo comico sull’importanza degli equivoci amorosi. Una piccola rivoluzione, senza ombra di dubbio, che cerca d’imporsi più discretamente sul mercato, ma che nonostante tutti questi cambiamenti non rinuncia a quel dualismo comico che in passato ha retto i cinepanettoni. Sono sempre due le figure di riferimento nelle pellicole, meno accentuata agli albori, ma con il passare del tempo divenute sempre più paradigmatiche. Boldi e de Sica, ancora loro, sempre loro, sono stati il vero simbolo dell’appuntamento natalizio, più ancora delle formule nominali preconfezionate perché del resto quando invece le titolazioni erano S.P.Q.R – 2000 1/2 di anni fa, A spasso nel tempo o Bodyguards, erano comunque sempre i due ad essere il vero punto di riferimento nei cinepanettoni. Assioma che Un Natale stupefacente mostra non voler abbandonare, facendo sì affidamento su un duo comico già consolidato, ma pur sempre di coppia. Quasi fosse necessario un dualismo comico sviluppato in un continuo contraltare, formula confermata in gran parte anche da altre produzioni in cerca di nuovi fenomeni cinematografici (come per I 2 soliti idioti e Pio e Amedeo).
Insomma per Un Natale stupefacente c’è un cambiamento più di superficie che di sostanza, ma sarà curioso lo stesso vedere come reagirà il pubblico, se premiare il definitivo passaggio di testimone dal vecchio cinepanettone a una commedia più organica e fatta di buoni propositi, o meno. Gli ultimi due esperimenti, seppur lontani dagli incassi stratosferici del periodo d’oro, comunque hanno trovato il favore del pubblico (sfiorare per due volte i 10 milioni comunque non è cosa da poco, soprattutto in un mercato natalizio sempre più spezzettato nell’offerta comica). Allo stesso c’è da capire se questi buoni risultati fossero ancora frutto del traino procurato dal frontman Christian de Sica, oppure se rappresentavano già l’approvazione per il nuovo corso.
Staremo e vedere.
di Massimo Padoin per Oggialcinema.net