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UN’OMBRA NELL’OMBRA (1979) di Pier Carpi

Creato il 22 maggio 2011 da Close2me

un_ombra_nell_ombraSecondo ed ultimo lavoro di Pier Carpi, personalità tra le più poliedriche e misteriose del nostro cinema: giornalista, sceneggiatore di fumetti (Topolino, Superman, Zakimort, Diabolik e Martin Mystère fra i tanti), scrittore, autore teatrale, regista, biografo di Cagliostro ed appartenente alla loggia massonica italiana P2, nome in codice “Reggio Emilia 14”. Un uomo di profonda cultura ed infinita sensibilità artistica, che con un “Ombra nell’ombra” sceglie di portare sul grande schermo il suo omonimo romanzo esoterico.
“Carlotta (Heywood), Raffaella (Papas), Lena (Cortese) e Agata (Mell) si consacrano a Lucifero (Miani) che impedisce loro di avere rapporti sessuali. Dall’unione infernale con due delle donne nascono Almarisa (Tedesco) e Daria (Wendel), la prima comprende la tragedia di essere figlia del demonio e si suicida. Daria, invece, impara a convivere con i suoi terribili poteri e si compiace di essere la figlia del diavolo. Un esorcista (Law) tenta di combatterla, aiutato dalla madre pentita (Heywood) ma morte e disperazione si abbattono dove passa la figlia di Lucifero”
L’esplicito intento dell’operazione è, ovviamente, sfruttare il fortunato filone esorcistico, segnato dai successi planetari di film come Rosemary’s baby (1968), L’esorcista (1973) ed Il Presagio (1976). Ma l’opera, visibilmente gravata da limiti produttivi, tecnici ed artistici, si rivela fin da subito un bizzarro miscuglio di esoterismo e psichedelia, con saltuari momenti che rasentano la comicità involontaria. Sin dall’incipit si rimane allibiti di fronte ad un balletto paratelevisivo con conclusivo topless di Carmen Russo, la cui presenza sbandierata nei titoli di testa termina qui. Si continua quindi con sequenze oniriche accompagnate dalle magnifiche partiture di Stelvio Cipriani, per arrivare ai giorni nostri e realizzare con maggiore chiarezza l’arcano mistero, che lega le quattro protagoniste alle loro figlie. Non mancano dialoghi fiume dalle sfumature criptiche ed oscure, il cui intento vorrebbe essere quello di alludere all’occultismo della vicenda ma che, dispiace ammetterlo, delineano spesso derive incontrollate della sceneggiatura, con annesse cadute nel ridicolo (le sequenze scolastiche rappresentano un esempio stucchevole).
Notevole al contrario il cast artistico, che inanella quattro divine del cinema di genere Italiano come Marisa Mell, Irene Papas, Anne Heywood e Valentina Cortese, senza dimenticare la giovane Lara Wendel (pseudonimo di Daniela Rachele Barnes, tedeschina stranota per il cult Maladolescenza di Pier Giuseppe Murgia) ed il diligente John Philip Law, piuttosto in parte.
A conti fatti non propriamente indifendibile, ma da visionare come un’opera di sfacciata imprecisione e genuina assurdità.


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