“I miei figli dicono di sentirsi come dovevano sentirsi le famiglie ebree in Germania durante il regime di Hitler. Abbiamo davvero tutti addosso”…
Lilli Gruber che ospita Bruno Vespa, autore del libro da cui è stata estrapolata la frase, gli chiede se Berlusconi sa esattamente quello che dice?
Una nuova gaffe, di grande portata. È l‘ultima dichiarazione firmata Silvio Berlusconi che, come d’abitudine poi, fa retromarcia e puntualizza, che è una “polemica smaccatamente strumentale”, su una frase estrapolata da un ampio testo. E la cronaca si ritrova ancora una volta inserita nel teorema persecutivo da chi, comunque, conferma che l’idea di lasciare il paese non la prende nemmeno in considerazione.
L’autore del libro in questione che, sicuramente otterrà un buon lancio pubblicitario, dichiara: ” Ha chiarito che lui è sempre stato amico degli ebrei, ha usato questo paragone, oggettivamente infelice, per definire l’assedio psicologico e giudiziario a se e alla sua famiglia, per cui i figli si sentono discriminati. Con Berlusconi ho avuto tre ore di colloquio, questa è una risposta scritta e rivista dallo stesso Berlusconi. E la parte anticipata oggi,
mi è stata mandata per iscritto da lui stesso”.Meditata dunque, non improvvisata, non uno sfogo. Per inciso i figli di Berlusconi, due dei quali sono a capo di società quotate in borsa, la terza ha preso in mano le sorti del Milan non mi sembra che siano vittime di difficoltà, vessazioni a altro. Non si comprende il paragone con chi sappiamo ha fatto una fine atroce.
Per fortuna ci giunge in aiuto l’onorevole Biancofiore, ospite di Otto e mezzo, che ci spiega la vera natura di questa frase: “Non si può fare un processo a un sentimento, a una sensazione dei suoi figli, poi quello che tutte le agenzie non hanno riportato è la frase finale “abbiamo tutti addosso”, quello è il sentimento che rispecchia lo stato d’animo di Berlusconi e della sua famiglia. Voglio dire con chiarezza che Berlusconi ha ricevuto ovazioni e applausi dal popolo ebraico, ora, mettere in dubbio che Berlusconi non abbia attenzioni nei confronti degli ebrei, confermo che c’è persecuzione, anche nella libertà di espressione di Berlusconi. Si va contro
ogni regola, legge, nei suoi confronti e ogni diritto”.Logico che la Gruber girasse la parola a chi è figlio di un sopravvissuto ad Auschwitz, Nedo, unico superstite della sua famiglia, e da decenni molto attivo per il mantenimento della memoria su una delle più grandi tragedie della storia, Emanule Fiano Pd – ” Credo di conoscere la parola persecuzione se, riferita a quella nazista, contro gli ebrei. So cosa ha voluto dire per i miei nonni e zii, essere licenziati, dover chiudere le loro attività, cambiare casa, smettere di viaggiare, essere arrestati per la sola colpa di essere nati. Essere reclusi in un campo di concentramento italiano e poi ad Auschwitz per essere gasati. Credo che non sia concesso a nessuno, sia che si chiami Berlusconi o qualsiasi altro nome della terra, fare un uso privato della storia. La persecuzione degli ebrei sotto il nazismo non ha nulla a che vedere con ciò che sta accandendo a noi in questo paese. Nessuna ha detto che Berlusconi diventa un antisemita, per questa frase, ma ha utilizzto la storia passata, per un uso personale che nulla ha a che fare con quelle vicende”.
Proteste da tutto il mondo politico, culturale e religioso per questo paragone azzardato che ha dell’indifendibile. Fuori luogo e antistorico che offende milioni di morti. Chi è accusato di frode e prostituzione dovrebbe a maggior ragione evitare di utilizzare la storia per un paralelleo che non c’entra nulla, forse le parole dovrebbero essere usate più appropriatamente. Il paragone banalizza la tragedia delle famiglie che hanno vissuto l’orrore della persecuzione nazista e la riduce alla situazione dei suoi figli che “hanno addosso tutti”. Il paragone è sbagliato. Punto. Uno sproloquio, che in altri paesi sarebbe costato le dimisssoni. Al contrario lui…”Sono italiano al 100 per cento, non prendo neppure in considerazione la possibilità di lasciare l’Italia”.
Michaela Biancofiore: ” È perseguitato, è triste, ma è così. I figli vedono il loro padre messo al pubblico ludibrio, anche le aziende vengono guardate in sott’occhio, che loro stessi, i figli, i nipoti, gli amici, vengono epitetati, per una certa parte della politica, dietro la parola Berlusconi c’è qualcosa di negativo, invece, c’è un uomo, con la sua famiglia e la sua bontà d’animo”.
Se non erro, è di Berlusconi la scelta di entrare in politica, gli ebrei in Germania erano perseguitati per il fatto di essere nati. Berlusconi ha delle vicende politiche dovute alle sue azioni, alle sue convinzioni, per non parlare delle faccende giudiziarie, cosa centra la persecuzione?
” I figli di Berlusconi sono coinvolti in una storia difficile – dichiara Fiano - ma in ragione del fatto che, il padre, è diventato il leader di questo paese per un certo periodo, non sto dando un giudizio sulle scelte politiche di Berlsuconi, dico che è infame mettere in parallelo ciò che è successo alla famiglia di Berlsuconi, col fatto che delle persone, per la ragione di avere sangue ebraico, siano state perseguitate”.