So perfettamente che in questo blog si è parlato spesso e volentieri di un partito con la P maiuscola che rappresenti il centrodestra, o se vogliamo la destra italiana, senza quell’impossibile “Centro” che ha il disgustoso retrogusto di democristiano. Ma il “Centro” non necessariamente deve essere democristiano e non necessariamente deve essere accomodante e con la tendenza a mettere il piede in due staffe.
Tuttavia, ho anche io qualcosa da dire in proposito, magari prendendo spunto da uno status pubblicato su Il Jester Facebook, ilare, ma allo stesso tempo capace di farci riflettere. Lo status è questo:
AAA. Cercasi un partito di centrodestra, serio, affidabile, moralmente corretto, che faccia gli interessi dei cittadini, che si opponga alla sinistra, che promuova un programma liberale e riformatore, che abbassi le tasse e incentivi la crescita economica, che mandi a quel paese l’Europa della Merkel e il suo euro del piffero, che si opponga ai matrimoni gay e alla conquista islamica della nostra cultura, che difenda i valori occidentali e la dignità degli esseri umani. Astenersi perditempo, sinistri travestiti, finti-destri traditori e corrotti.
Sono più o meno d’accordo con tutto, se non per una piccola puntualizzazione: se certamente non ritengo opportuno introdurre nel nostro paese i “matrimoni gay”, che sa tanto di roba artificiale, forzosa e non naturale, quantomeno diamo loro la possibilità di riconoscersi dei reciproci diritti, senza però che pretendano dalla mano il braccio: e cioè l’adozione di figli.
Ciò detto, la verità è che pare essere possibile costruire un partito di centrodestra… o di destra, che incarni, rappresenti e difenda i valori propri della destra liberale e sociale. È sufficiente che Silvio Berlusconi cacci letteralmente via i democristiani che hanno impestato il partito e con loro i socialisti, che ancora non capisco perché stiano a destra, quando la loro collocazione è a sinistra, possibilmente subordinati al PD.
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Mi pare sia l’unica mossa possibile per evitare l’estinzione che con le dimissioni della Polverini e lo scandalo del Lazio diventa sempre più concreta e probabile. Perché se è vero che a sinistra corrotti e corruttori sono di casa, quanto e più che a destra, è anche vero che la sinistra ha dalla sua i mezzi di informazione, le istituzioni, il potere giudiziario. I suoi “scandali”, perciò, hanno meno risalto di quelli di destra, tanto che per “contrasto”, questi ultimi risultano di più e più gravi.
Dunque se si deve costruire un nuovo partito e se si vuole che questo partito attiri voti e consenso, è necessario liberarsi della zavorra democristiana e socialista. La loro tradizione politica è quella dell’ambiguità, dell’inciucio, e del compromesso storico. Non hanno nulla a che vedere con la rivoluzione liberale. Anche perché se rivoluzione liberale non c’è stata in questi nove anni di governo berlusconiano, la maggiore responsabilità è dovuta alla presenza nel partito e nel governo dei relitti di un antico e infausto passato che hanno remato contro qualsiasi istanza riformatrice delle istituzioni e dell’economia italiana.
Poi, chiaramente sui valori ci si potrà mettere d’accordo: Dio, Patria e famiglia, liberalismo e liberismo economico, sensibilità verso il sociale ecc. Mi sta tutto bene, a patto che il partito sia un partito la cui selezione dei suoi candidati avvenga in modo trasparente, possibilmente con il certificato penale in mano, perché se è vero che nella nostra costituzione è sancito il principio dell’innocenza fino a prova contraria, è anche vero che per ricoprire cariche pubbliche, la sola innocenza non basta: è necessario qualcosa di più; quella che nella professione di avvocato viene definita una condotta “specchiatissima e illibata”. La locuzione è un po’ retrò, ma esprime bene il concetto.