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Un piano regolatore non vale una Costituzione

Creato il 17 settembre 2010 da Stiven1986

Ad Alto Sebino (Bg) tutti hanno il diritto di pregare (sembra scontato, ma nella Regione straniera, purtroppo, non è così), e non sarà un piano regolatore a limitare questo diritto. Con questi argomenti il Tar

ha accolto la richiesta della comunità islamica dell’alto Sebino contro il parere negativo del Comune di Rogno alla realizzazione di un centro islamico. Una vicenda iniziata 2007, quando l’allora sindaco Guerino Surini decise di negare il cambio di destinazione nel piano di governo del territorio.

Ciò che si legge nella sentenza non è altro che quanto si era già scritto riguardo il caso di Gallarate (Va):

Non vi sono ragioni insuperabili che impediscano l’evoluzione della destinazione residenziale verso una funzione sociale, anche di tipo religioso. Nessun danno verrebbe inferto all’ambiente naturale, dal momento che l’edificio rimarrebbe nella consistenza attuale e non sarebbero necessarie modifiche alla viabilità. Indubbiamente l’art. 70 comma 2 della LR 12/2005 non autorizza i comuni a decidere sulla qualificazione delle confessioni religiose. La norma precisa che tale qualificazione avviene “in base a criteri desumibili dall’ordinamento”: dunque le amministrazioni locali devono non solo rispettare eventuali atti formali di riconoscimento di una determinata confessione ma anche conformarsi ai principi generali dello Stato in materia di religioni.

Gli atti di alcune (tante…) amministrazioni leghiste non sono altro che discriminazioni razziali e religiose dissimulate, camuffate in atti per l’ordine pubblico, la sicurezza, la gestione del territorio.

Nel frattempo, a Bergamo vogliono fare i brillanti, vietando il burqa prima che lo faccia il Parlamento. Perché esiste una necessità estrema di vietare il burqa (chissà quante donne che vestono il burqa ci saranno, a Bergamo) e perché l’amministrazione comunale sarà sicuramente il grado di trattare una materia tanto delicata. Sì, ciao.



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