Delle volte indicano la luna e noi anzi che dare uno sguardo all’astro, fissiamo l’indice che incerto ci da la direzione. Capiterà anche domani, 1 maggio, festa dei lavoratori. In pochi penseranno ai lavoratori, in tanti si concentreranno sulla festa. Nessuna polemica, l’avrai capito, qui su EssereFreelance non amo le polemiche, tanto più quando sterili. Eppure poco prima di mettere in tavola la cena, mentre sgranocchiavo una carotina (tanto per spezzare la fame, eppure ne ho più di prima) mi sono chiesta: ma noi freelance abbiamo realmente qualcosa da festeggiare?
Lavoratori siamo lavoratori: la mia pancetta che questo mese vorrebbe solo dormire e che invece sbatte da una scrivania all’altra avrebbe qualcosa da dire a tal proposito. La categoria il più delle volte è altamente specializzata e per quanto pagata poco, quando ci si mette d’impegno offre servizi con i contro fiocchi. Accendiamo il pc presto e lo spegniamo più tardi dei lavoratori dipendenti e a fine mese non riceviamo la busta paga ma dobbiamo stracciarci las pelotas a compilare fatture e ricevute pregando che il cliente si ricordi di inserire nella sua to do list del mese “pagare il caro vecchio freelance”. Sì siamo lavoratori, sì sono una lavoratrice e come tale il 1 maggio ho qualcosa da festeggiare. Sì ma cosa?
La prima che mi viene in mente è la più importante e l’unica che merita d’essere appuntata: il fatto d’avere un lavoro! Sembrerà pure poco, eppure non è cosa da tutti di questi tempi, se poi conti che il lavoro che facciamo ci piace da morire, è creativo e stimola l’iniziativa personale, beh, non ci manca proprio niente. O forse sì? Uno stipendio commisurato alla nostra professionalità e alle ore di lavoro che trascorriamo davanti al monitor non sarebbe male.
Ma già che sono in vena e la cena può attendere, sprechiamo qualche parola (e qualche consiglio) in elogio al lavoro, quello freelance intendo.
Come trovarlo. E’ la domanda più ricorrente che mi viene posta e normalmente a rivolgermela sono le persone che ancora non hanno iniziato con la carriera da “autonomo” e cercano lo spunto giusto. I luoghi di incontro sono diversi: market place, social network, siti web specializzati, motori di ricerca di settore. Qui puoi trovare qualche link interessante e non dimenticare il potere del passaparola e del contatto diretto con l’azienda.
Come tutelarsi. Facendosi pagare un anticipo, tanto per cominciare, o firmando un accordo preventivo con il cliente e specificando che eventuali modifiche in corso d’opera dovranno essere pagate. Insomma con un minimo di buon senso e di previdenza si possono aggirare le super fregature. In ogni caso vale il consiglio generale di tenere gli occhi ben aperti quando si tratta con nuovi clienti: d’altronde fidarsi è bene, ma non fidarsi, di questi tempi, è ancora meglio.
Aiutati che il web ti aiuta. Abbiamo pochi diritti, che per altro ora non mi vengono in mente. Se ci ammaliamo nessuno ci porta il brodo caldo a letto e nessuno ci paga, se ci prendiamo una vacanza dobbiamo prima avvisare il nostro c/c bancario tanto per evitare svenimenti inattesi, se decidiamo d’avere un figlio scordiamoci la maternità o la paternità, ma già che le regole del gioco le conosciamo e le abbiamo accettate, cerchiamo di sfruttare la situazione a nostro vantaggio. Se stiamo male è probabile che con un portatilino si possa lavorare a letto, incrementiamo il lavoro qualche mese prima delle vacanze, tanto per mettere da parte un buon gruzzoletto e informiamoci su tutti i diritti di cui godono i lavoratori autonomi “in attesa”. Ho scoperto di recente che abbiamo diritto a un assegno maternità, e in fase di compilazione dell’Unico è probabile si abbiano delle buone sorprese: quindi conserva tutti gli scontrini delle varie spese mediche e non dimenticarti di fotocopiarle perché sbiadiscono prima dei ricordi.
Fatti pagare. Il giusto aggiungerei perché la fase del web writer che non viene pagato per il proprio lavoro l’abbiamo superata no? Quale sia il giusto sei tu che devi deciderlo in base alla tua professionalità e alla tua esperienza. Ricordati che se ti fai sottopagare non rovini solo la tua reputazione, ma tutto il mercato.
Deciditi a pagare. Le tasse intendo. Sia che si tratti di ritenuta d’acconto (per chi lavora rilasciando ricevute) sia si tratti di iva (per chi lavora rilasciando fatture), ricordati che se vogliamo rispetto dal mondo lavorativo, è bene si inizi per primi a rispettare le regole. E incrociamo tutti le dita pregando che la divinità dei freelance interceda per noi con il governo: aumentare l’iva sarebbe una nuova batosta, altro che imu.
Detto questo caro lavoratore freelance, sia tu un web writer, un fotografo, un ingegnere o un artigiano, ti auguro di trascorrere una buona giornata. Domani è il compleanno di tutti i lavoratori, festeggiamoci!