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UN PROGETTO DI UN AUOSTRADA UCCIDEREBBE IL PAESAGGIO DEL SERENGETI IN KENYA , DOVE MIGRANO GLI ANIMALI AFRICANI. I MASAI SONO D’ACCORDO NELLA COSTRUZIONE “ GLI ANIMALI NON SONO PIù IMPORTANTI DI NOI”

Creato il 21 dicembre 2010 da Madyur

“Ma gli animali sono più importanti degli esseri umani?” si chiede il capo masai Moringe ole Parkipuny, già membro del Parlamento della Tanzania. I masai erano incontrastati signori del Serengeti, da cinquant’anni non smettono di fare spazio a gnu , leoni , rinoceronti, turisti , ecologisti, cacciatori.

085 Serengeti

La scorsa estate hanno perso 8 villaggi , bruciati perché disturbavano l’immensa riserva di caccia che il governo di Dar Es Salaam ha concesso alla passione venatoria degli sceicchi del Golfo. Quest’anno i Masai sembrano aver il mondo contro: professori di Princeton, gruppi su Facebook , l’alta dirigenza dell’Unesco , la prestigiosa Società zoologica di Francoforte. Ai guerrieri della savana interessano solo mandrie di vacche , capanne di fango e recinto di arbusti che marca i confini del boma, il villaggio, e tiene alla larga i predatori più voraci.

Studiosi e attivisti sono preoccupati per la transumanza dei mammiferi. La pietra dello scandalo è un’autostrada che dovrebbe collegare la città di Arusha sulle rive del lago Vittoria , tagliando a metà la piana del Serengeti : il biologo Dobson e altri 26 colleghi hanno scritto su Nature che il progetto deve essere bloccato. Al cronista del New York Times che lo interpellava, un capo masai ha fatto sapere , invece, che l’autostrada “non solo ci va bene , ma preghiamo da anni perché ce la costruiscano”.

La posta è altissima. Nella regione di confine tra Kenya e Tanzania la natura si mette in moto e offre una spettacolare dimostrazione della bellezza , della crudeltà e della forza della vita sul Pianeta Terra. Nel giro di pochi giorni oltre 1 milione di gnu e centinaia di migliaia di zebre smettono di brucare, fiutano l’aria e decidono di scendere di massa dal Kenya verso l’erba alta del Serengeti nella stagione delle piogge. Duecentomila turisti l’anno in Kenya e altrettanti in Tanzania si godono lo spettacolo dei branchi che percorrono un cerchio migratorio di 2800 Km.

Nel resto dell’Africa non c’è nulla di paragonabile alla piana del Serengeti : non serve l’Unesco per capire che stiamo parlando di un sito che è parte inviolabile del patrimonio del nostro pianeta. Due milioni di mammiferi in marcia, milioni di predatori in marcia, 500 mila cuccioli partoriti nei momenti di quiete.

Il parco delle meraviglie taglia in due la Tanzania . A est un paese povero , ma che l’ultimo anno è cresciuto del 6%. A ovest la regione del Mara con un milione e mezzo di abitanti , meno di 200 Km di strade asfaltate , la più bassa percentuale di scuole superiori del Paese : il sito di una organizzazione umanitaria locale parla di un’aerea povera e sottosviluppata anche per gli standard della Tanzania. Il presidente Jakaya Kikwete ha detto , in un dibattito televisivo, che i nostri connazionali dell’ovest hanno lo stesso diritto allo sviluppo di tutti i cittadini della Tanzania.

Serengeti

Sembra la fine dello Serengeti : a garantire lo sviluppo sarà infatti una strada asfaltata di 400 Km che in pochi anni collegherà il centro del Paese alle estreme provinciali occidentali. Cinquanta di questi Km attraverseranno la transumanza delle zebre e gnu. Per i Masai il punto è “Questa strada è benedetta , con le piste di oggi ci vogliono due ore per raggiungere il più vicino ospedale” dice un capo villaggio al Global Post. “Ora con i collegamenti con il resto della Tanzania sono talmente precari che siamo costretti a vendere le nostre bestie in Kenya” aggiunge un laigwanan ( capo spirituale).

Il presidente si farà garante che l’ecosistema dei Serengeti non verrà intaccato in modo sostanziale. Intanto le autorità kenyote hanno chiesto lumi sul progetto , e le comunità internazionali dei biologi e degli ambientalisti si è mobilitata lanciando su Nature un appello farcito di cifre precise e fosche previsioni : la strada metterebbe fine alla migrazione degli animali. Se le mandrie non dovrebbero più guadare il fiume, finirebbero per morire di fame e di sete, tanto che in breve solo gli gnu si ridurrebbero sostanzialmente. L’Unesco avverte che che lo status del Serengeti come meraviglia del Mondo sarebbe a rischio.

Ma sulla stessa Nature si legge che il governo della Tanzania non vorrebbe asfaltare il tratto di strada che attraverserà il parco. In fondo gli animali sono sviluppo : il turismo in Tanzania produce l’8% della ricchezza nazionale e dà lavoro a 600 mila persone.


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