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Un quarto d'ora di memoria

Creato il 08 maggio 2013 da Ilpescatorediperle
La decisione di Umberto Ambrosoli di non presenziare al minuto di silenzio che il consiglio regionale lombardo ha voluto tributare a Giulio Andreotti ha fatto rumore. Se ne parla, con alterne serietà e cognizione di causa, sui giornali, in televisione, sui social network.Al conformismo dell'omaggio alla salma della Repubblica si contrappone, così, il conformismo di tutti coloro che ne hanno riso, rispolverando scontate battute (come ho fatto io).Quel che davvero mi spiace è che di questo conformismo sia vittima Giorgio Ambrosoli, uno dei più alti esempi civili che il nostro paese ha offerto e di cui, mi pare, è sempre importato poco a tutti. L'eroe borghese, come il libro di Stajano e poi il film di Placido tratto da lo hanno definito, il padre che Umberto Ambrosoli ha ricordato in una bella memoria, non è mai stato per il senso comune una figura centrale della nostra storia recente.Non solo perché i colpevoli, soprattutto se gobbi, attraggono molto di più la nostra immaginazione. Ma anche perché non tutti gli eroi sono diventati eroi allo stesso modo. Ambrosoli, diversamente da un Falcone, un Borsellino, persino un Moro (il gobbo c'entra sempre, no?), è un inclassificabile. Difficilmente lo vedremo su una maglietta, le sue frasi celebri riportate da un twit à un post, anche se ha scritto cose bellissime ed è stato, forse più di altri, drammaticamente solo nella sua battaglia.Una battaglia, quella di commissario liquidatore della Banca Privata Italiana di Michele Sindona, che, in un momento in cui tutti si riempiono la bocca di temi come la finanza e la speculazione, sarebbe utile per comprendere un certo stato di cose, una certa implicazione devastante tra economia e politica.Il fatto è che Ambrosoli non è stato un tribuno urlante contro la casta, né un eroe mediatico, ma una persona che ha assolto fino all'ultimo il suo dovere con onestà, e per amore delle istituzioni. Proprio perché si tratterebbe di un patrimonio per tutti, pare non esserlo per nessuno.Per questo spiace che la memoria di Giorgio Ambrosoli sia tirata in mezzo soltanto per assestare un colpo un po' più raffinato ad Andreotti, per poi dimenticarcene di nuovo.Spiace che ci sia voluto il gesto bello e comprensibile del figlio Umberto perché, per un quarto d'ora, ci ricordassimo di lui.Un quarto d'ora di memoria strumentale che conferma la regola, molto italiana, della persistente scomparsa delle vittime.da TEMPI FRU FRU http://www.tempifrufru.blogspot.com

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