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UN RAGAZZO, TRE RAGAZZE (RACCONTO D’ESTATE) (1996) di Eric Rohmer
Creato il 06 gennaio 2009 da Close2me"Durante l’estate, il giovane Gaspard, che ha appena conseguito la laurea in matematica, si reca col traghetto a Dinard, sulla costa bretone, nella casa prestatagli da amici, con la sua chitarra a tracolla e l’immancabile zainetto. Sembra incline alla musica e intende trascorrere una vacanza su quella spiaggia con la sua "ragazza", Lena, che dovrebbe raggiungerlo da un momento all’altro: ma Lena non arriva, non telefona, non si fa viva in nessun modo. Gaspard ha frattanto incontrato in una crêperie Margot, un’etnologa legata ad un giovane, che si occupa di cooperazione in Polinesia: si raccontano le loro reciproche storie e le analoghe condizioni di attesa di un assente; diventano amici, escono spesso insieme, si confidano i rispettivi progetti di vita, entrando in una crescente familiarità. Gaspard fa vedere a Margot le foto di Lena, che lei non ritiene il tipo adatto a lui. Nota invece il fuggevole interesse del giovane per Solène, che considera una giovane più consigliabile. Avviene così un incontro fra Gaspard e Solène, avvenente, disinibita e estroversa, che però deve presto andarsene per un precedente impegno. E finalmente sopraggiunge Lena – ormai quasi non più attesa – graziosa, instabile, piena di curiosità turistiche e di progetti distensivi." (Yahoo Movies)
Opera terza della tetralogia delle stagioni (iniziata nel 1990 con Racconto di Primavera e conclusasi, con perfetta cadenza biennale, nel 1998 con Racconto D’Autunno), rappresenta all’interno del corpus narrativo l’episodio più riuscito e coinvolgente, grazie a fattori magicamente in sinergia che accompagnano alla freschezza dei giovani attori una sceneggiatura solare (come si conviene) e tuttavia romanticamente cerebrale.
Davvero impossibile non sentirsi rapiti dalle vicende sentimentali di Gaspard (un eccellente Melvil Poupaud), dalle sue indecisioni croniche sempre in balia di eventi troppo complessi, intento ad osservare silenzioso l’apparente banalità turistica della costa bretone. Gli elementi stilistici del grande maestro Francese rispondono tutti all’appello: nessuna musica extradiegetica – in antitesi ad un uso geniale di suoni e rumori d’ambiente -, messa in scena dal gusto minimale, dialoghi e battute sornionamente mascherati come improvvisati ed invece rispondenti ad un sceneggiatura articolata e stratificata.
Lascia basiti constatare come Rohmer, alla veneranda età di 76 anni, abbia saputo toccare con tanta sincerità e sensibilità un tema difficile come l’adolescenza. Un universo di amori, paure ed energie che affidato ad un qualsiasi autore sarebbe potuto diventare un prodotto maldestramente giovanilistico e che invece, attraverso gli occhi vivi di un "grande vecchio", si è trasfigurato naturalmente in un sublime capolavoro.
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