Ieri, domenica, abbiamo ricordato il decennale della scomparsa del nostro amico Moshe. A dire il vero l’anniversario ricorreva in aprile, ma tutte le commemorazioni cadenti nel periodo di Pesach, la Pasqua ebraica, vengono rimandate in altro periodo. Prima ci siamo recati presso la sua tomba. I cimiteri ebraici esercitano su di me un fascino indiscutibile. Niente statue, ma solo lapidi e steli con la stella di Davide, pietre grigie ammantate di muschio, niente fiori, ma sassi posti dai visitatori a ricordo del loro passaggio, al massimo qualche pianta sempreverde, edera o pino mugo.
Poi la cerimonia nella piccola Sinagoga di Merano, alla presenza della comunità ebraica della città e dei rappresentanti delle associazioni e dei partiti cui il nostro amico aveva aderito. Una sinagoga piccola e raccolta, che contiene anche un piccolo Museo, costruita nel 1901, quando a Merano vi era una nutrita comunità di imprenditori e medici (cui è dovuta la scoperta delle proprietà dell’acqua termale e della cura dell’uva ancora oggi seguita) che oltre al Tempio costruì anche un sanatorio.
Ciao, Moshe…
Ricordo le serate passate a discutere e a polemizzare su mille argomenti … ci dividevano la religione e le idee politiche, ma ci univa il cuore, la speranza per un futuro migliore, l’onestà…