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Un successo personale

Creato il 02 febbraio 2015 da Antonio De Rose @antonio_derose

L’elezione al Quirinale di Sergio Mattarella, con il voto favorevole dei quasi due terzi degli aventi diritto, accredita il dodicesimo presidente della Repubblica Italiana di un consenso più largo dell’area di Governo. Dopo averli consultati, Renzi non ha lasciato agli altri partiti margini di trattativa sul nome. Il candidato acclamato dai grandi elettori del Pd è diventato presto quello di Sel. Il Nuovo Centrodestra, che avrebbe preferito qualcun altro, dopo il terzo scrutinio è sceso dall’Aventino allineandosi ai partner di governo. Il Presidente del Consiglio ha ottenuto dunque un successo personale, celebrato senza ritegno dai corifei vecchi e nuovi del renzismo, che mette subito in ombra il nuovo inquilino del Colle, persona di spessore umano e culturale, non un leader. Ma, se è vero che la carica fa l’uomo, speriamo che Mattarella dimostri l’autonomia necessaria per non promulgare quelle leggi che riformano l’ordinamento della Repubblica, il mercato del lavoro e il sistema elettorale senza riguardo per i principi fondamentali della Costituzione: le riforme del Titolo V e del Senato, che comprimono il principio di autonomia delle collettività territoriali dallo Stato e quello di sussidiarietà; il Jobs Act, che squalifica il valore sociale del lavoro; infine l’Italicum, che distorce il principio democratico. Il professor Mattarella, ordinario di diritto costituzionale e giudice della Consulta fino a oggi, esponente di quel cattolicesimo democratico che ha ispirato assieme al liberalismo e al socialismo la nostra legge fondamentale, ha l’autorevolezza per garantire, in un passaggio così delicato per il Paese, i diritti di tutti. La sua elezione non sia di alimento per lo smisurato ego renziano.



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