Magazine Società

Un vestito nuovo

Creato il 27 aprile 2011 da Alesan
Un vestito nuovoLe affermazioni di Berlusconi sul referendum da stoppare a tutti i costi non sono soltanto un atto contro la volontà popolare, sono le parole di chi, in preda al delirio di onnipotenza, si è ormai convinto di governare un popolo di ritardati assolutamente incapace di avere una posizione su quello che li riguarda, sulle loro vite, sulle scelte politiche del paese. Talmente abituato ad avere a che fare con una sfilza di yes men che la metà sarebbero comunque troppi, il rifiuto del no è ormai divenuto patologico; servirebbe una cura ma probabilmente, vista l'età, dopo un po' si potrebbe essere accusati di accanimento terapeutico. Tutto questo esce dal fatto che non si possa davvero considerare il popolo italiano semplicemente in preda ad uno stato di panico che lo rende incapace di pensare o che la contrarietà al nucleare nasca semplicemente da mere questioni d'animo. Un animo scosso per quanto avviene nella terra del Sol levante. Si dovrebbe prendere atto che il popolo italiano ha detto di no già una volta al nucleare e che è probabilmente disposto a rifarlo, portando con sé l'idea che anche il legittimo impedimento potrebbe essere bocciato. Non c'è nessuna nuova rilevanza scientifica da attendere nei prossimi due anni, semplicemente la patria degli indecisi, quelli che ai sondaggi sul nucleare rispondono "non so", che dopo aver visto gli effetti del maremoto su Fukujima hanno ripensato a quanto la natura, l'errore umano, la sfiga possano essere deleteri nei confronti della più grande presa in giro del 900: il nucleare.
Un'energia pulita che ha trasformato il pianeta metà in discarica tossica e l'altra metà in obiettivo per bombe atomiche pronte ad esplodere al primo problema. Senza contare le navi che le mafie hanno affondato al largo dei nostri mari, cariche di rifiuti e scarti nucleari.
La strategia è sempre la stessa, parlare da padre amorevole ad un popolo che non capisce e che ha bisogno dell'uomo forte per sopravvivere ai comunisti, ai liberticidi, ai giudici che si nascondono sotto i letti di ognuno di noi, alle cimici che intercettano i nostri pensieri espressi ad alta voce, alle intercettazioni che vi ascoltano mentre dite le porcherie alla vostra amante. E' la demagogia che sta distruggendo lo Stato in favore del privato, l'idea distorta che molte destre stanno mandando avanti nel mondo, destre capaci di parlare alla pancia della gente, di nascondere i veri problemi rigettando sul popolo depresso e stremato, incapace di ribellarsi, una serie di farse dall'aria grottesche che, se non fosse che le stiamo vivendo, farebbero quasi sorridere.
Il populismo sfrenato non viene combattuto dalle cosiddette sinistre che, anzi, stanno al gioco sperando di recuperare così terreno, usando gli stessi metodi degli altri, accusando il colpo ogni volta senza mai mettersi davvero in gioco. Così i repubblicani possono impedire a Obama di tassare i redditi più alti, idem può fare Tremonti, nella confusione di un popolo cassintegrato che ancora non si rende conto di cosa sia la crisi perché trova un volo Ryan Air pieno di gente. L'Europa perde pezzi e credibilità, chi ha causato la crisi è ancora al suo posto e gioca con le stesse regole di prima mentre gli attacchi di tutti i centro-destra d'occidente è sferrato allo stato sociale e ai diritti dei lavoratori. Alla sanità pubblica e alla scuola. Ai contratti di lavoro e alla stabilità. Alla laicità e al diritto di informazione. La Chiesa viene tenuta a freno, prima che possa esplodere in un rigurgito antiputtaniere con una leggina sul testamento biologico che, praticamente, impedisce di fare liberamente il proprio testamento.
Così la ferocia e la rabbia si raccolgono intorno allo Stato ed alle istituzioni, incapaci di reagire al problema, loro che salvano le banche per salvare tutti ma poi vedono i soldi finire sempre nella stessa direzione in un mondo che diventa sempre più corporativo e meno umano. In tutto questo si scatena la caccia allo straniero, alla donna, al nemico chiunque esso sia. Non si parla di democrazia, nell'Europa che cresce all'ombra della nuova Ungheria, ma di etnie, di chiese, di potere dominante sull'informazione, sui partiti, sui sindacati. Si appiattisce il concetto stesso di vita in un mondo che scivola via a pezzetti in modo incontrollato e in una marcia che sembra ormai irreversibile, scambiando sempre il bene comune per l'interesse di parte, qualunque sia la soluzione, purché si possa fare il tifo per i nostri colori.
Perché dovrebbe essere assurdo parlare di nazismo, oggi che lo Stato, non solo quello della casta lontano da tutti, ma anche la sua raffigurazione di unità e solidarietà, viene abbattuto a martellate senza che nessuno ci faccia davvero caso? Perché dovrebbe essere assurdo parlare di nazismo se chiunque può sfilarti un referendum democratico da sotto il naso e non fare più nemmeno finta di niente ma venendo a raccontartelo pure in televisione? Perché non si può parlare di nazismo quando si inscenano vicende spregievoli ogni giorno, persino in parlamento, dove la natura padana deve per diritto divino avere il sopravvento, quando si scatenano guerre senza nemmeno sapere chi e perché abbia dato l'ordine? Perché oggi la parola nazismo fa paura? Eppure è nata dalla pancia delle persone, dalla crisi economica, dall'uomo forte, dall'odio razziale, dall'Europa spezzata e debole, dalle corporazioni, dall'offesa alla democrazia, all'informazione, alle libertà individuali, sindacali...
Si sono fatti un vestito nuovo per l'occasione, eppure tante cose sembrano non quadrare proprio come un tempo... quelli bravi la chiamano "una deriva pericolosa".

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :