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C'è un gruppo musicale, e nello specifico un loro album, che fra tutti è riuscito a rivoltare le mie convinzioni musicali, prendere tutto quello che sapevo o pensavo di musica e buttarlo, scusate il portoghese, direttamente nel cesso, solo per fare spazio a qualcosa che, devo davvero ammetterlo, ha contribuito a riformare la mia intera cultura musicale da quindici anni a 'sta parte.
Si tratta dei Dream Theater, gruppo rock-progressive-metal e chi più ne ha più ne metta e del loro spettacolare, nonché fantasmagorico, Metropolis Pt.2 - Scenes from a memory. Un album assolutamente epico, che trascende e dimostra quanto in gamba possano essere cinque semplici musicisti, che di semplice in realtà non hanno quasi nulla. La loro musica è diretta, funzionale al brano stesso e, spesso, infarcita di un tecnicismo assoluto. Da qui l'idea di dedicargli un post, o una serie di post per essere precisi. Sì, perché non si può parlare dei Dream e rimanere sintetici, impossibile e, scusatemi tanto, ma anche parecchio irrispettoso. Quindi ho deciso di scrivere tre articoli, il primo dei quali è quello che state leggendo, strutturati in maniera molto semplice: nei primi due vi parlerò della band, dei loro album migliori e di come, negli anni, siano riusciti a imporre il loro sound e il loro modo d'intendere la musica. Nell'ultimo, invece, prenderò in esame l'album sopracitato, descrivendone i brani e raccontandovi la storia che narrano. Quindi, se vi piace la buona musica, se siete amanti del rock e, se non vi spaventa trovarvi a battere il piedino come tanti piccoli batteristi in erba, seguitemi. Ci sarà da divertirsi!
I Dream nascono a Boston, nel 1985, periodo in cui la loro musicalità venne subito etichettata come innovativa, dai più, mentre una fascia di conservatori denigrava l'assidua ricerca della tecnica mostrata dagli elementi della band. I primi, e fino a qualche anno fa sempre presenti nelle fila della band, furono John Petrucci, chitarrista, Michael Stephen Portnoy, batterista e anima del gruppo, e John Ro Myung, bassista di origini coreane. I Majesty, questo il nome al momento della formazione, annoverava fra le sue file anche il cantante Chris Collins e il tastierista Kevin Moore. Fin dalla loro fondazione, i Majesty si sono saputi imporre, grazie soprattutto alle influenze musicali derivate dai Rush, dai Genesis e i Queennsryche, tanto per citarne alcuni. I loro primi concerti, infarciti di cover e pezzi originali, ottennero un successo tale da imporli e fargli meritare un contratto discografico che, fra le altre cose, li obbligò anche a cambiare nome alla band per problemi di copyright. Fu il padre di Portnoy a suggerire di intitolare la band Dream Theater, in onore di un cinema californiano. Era il 1988 e probabilmente nessuno di loro immaginava quando sarebbe stato incredibile il sentiero che avevano appena imboccato. Sempre in quella data, il gruppo decise di sostituire la voce di Collins in favore di Charlie Dominici, che rimase come vocal leader fino al termine del concert tour per promuovere When dream and day unite, il loro primo album, di cui si ricorda ancora la fantastica The Ytse Jam. Le sonorità di quell'album, fortemente radicate e contaminate ancora dai gruppi che li avevano ispirati, si contraddistinsero per le evoluzioni di Petrucci alla chitarra e la potenza di Portnoy alla batteria. Innegabili, a detta di molti, anche le contaminazioni con la musica classica e le armonizzazioni dei loro pezzi, segno distinguibile di una volontà forte di voler fare buona musica e di volerla fare bene. Con il licenziamento di Dominici inizia per la band un periodo di ricerca che durerà due anni e che culminerà con l'ingresso di Kevin James LaBrie come cantante e la successiva pubblicazione del capolavoro che risponde al titolo di Image and Words. Con quest'album la band venne decretata all'unanimità come detentrice dello scettro del metal-progressive, e a ben vedere! le tracce dell'album sono tutte perfette, non saprei cosa citare senza fare un torto alle altre. Pull me under, Surrounded, Wait for sleep, Another day, perle musicali che dimostrano quanto questi ragazzi sentissero la musica e volessero imporla a tutti. Anche uno dei loro inni, Metropolis Pt.1, ispirata e dedicata alla pellicola di Fritz Lang, fa parte di questo album. L'album vende un numero spropositato di copie, permettendo alla band di credere in quello che avevano fatto e creare le condizioni per poter lavorare al progetto successivo, Awake. La pubblicazione di Awake coincise anche sull'uscita dalla band di Kevin Moore, sostituito poi da Derek Sherinian. Un album accolto con freddezza dal pubblico, giudicato più cupo e oscuro del precedente ma che, al contempo, dimostrò una volta per tutte le capacità di ogni singolo membro e il maniacale virtuosismo che infondevano quando suonavano. Dopo questo, l'etichetta discografica perse un pò di fiducia, rinunciando a pubblicare un doppio cd della band visto che Awake non era riuscito a bissare, come vendite, il precedente. Ma i Dream non si persero d'animo e organizzarono una serie di concerti in cui suonarono alcuni brani del loro prossimo lavoro, Falling into infinity, che però non ottenne il successo sperato, pur piazzandosi molto bene nelle classifiche. Mi piace citare un brano fra tutti che mostra quanto la band fosse cresciuta e maturata, Hollow years. Passa un anno, giorni in cui tutti i membri si dedicano ad altri progetti personali, fra i quali i Liquid Tension Experiment. Dopo questo periodo la band si presenta in grande stile, confezionando un concept album che ripercorreva e riprendeva le file dal compianto Awake. Metropolis Pt.2 - Scene from a memory, si rivela qualcosa di assoluto, un lungo racconto che vede un nuovo cambiamento fra le file della band. Jordan Rudess prende il posto di Sherinian alle tastiere; in realtà, quando si trattò di sostituire Moore, Rudees era la prima scelta ma data l'impossibilità dello stesso per problemi legati ad altri progetti, dovette rinunciare. Questo album, e il seguente live, è fra i migliori lavori dei Dream, che si consacrano al genere che li vedrà protagonisti della scena per gli anni che seguiranno. Ma questa, come si dice, è un'altra storia... Spero che questa prima parte vi abbia incuriosito, o perlomeno vi abbia fatto battere il piedino un pochetto. Ci sentiamo alla prossima settimana con la seconda parte della storia di questa fenomenale band! Grazie a tutti. Questo il loro sito ufficiale, ricco di materiale, contenuti e tanto altro.
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