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Una colonna sonora molto di Mod(à)

Creato il 20 marzo 2013 da Oggialcinemanet @oggialcinema

È uno dei film italiani più attesi dell’anno, soprattutto dal pubblico adolescenziale. Bianca come il latte, rossa come il sangue è l’adattamento cinematografico dell’omonimo best seller di Alessandro D’Avenia, un libro cult per migliaia di ragazzi italiani ma non solo; il romanzo è infatti stato distribuito in ben venti paesi. La versione per il grande schermo potrebbe quindi seguire lo stesso fortunato destino e trasformarsi in un caso cinematografico come capitato qualche anno fa con un altro best seller teen diventato un film di successo: Tre metri sopra il cielo, la pellicola di Luca Lucini tratta dal romanzo di Federico Moccia che ha lanciato la carriera di Riccardo Scamarcio.
Dopo la fortuna letteraria, anche il film firmato da Giacomo Campiotti Bianca come il latte, rossa come il sangue ha tutti gli ingredienti giusti per sfondare. Innanzitutto il cast, con il giovane protagonista Filippo Scicchitano, già visto in Scialla! (Stai sereno), che sembra pronto a diventare il nuovo idolo delle adolescenti, più una coppia di giovani attrici promettenti: la rossa del titolo Gaia Weiss e Aurora Ruffino, già segnalatasi ne La solitudine dei numeri primi, sempre per rimanere in tema di pellicole nostrane tratte da fortunati best seller.
L’arma in più della pellicola si preannuncia però la colonna sonora composta da alcune canzoni dei Modà. A fare da collante alla storia d’amore tra i protagonisti ci sono infatti i brani del gruppo di Francesco Silvestre in arte Kekko. Tra le canzoni presenti, non manca la loro ultima hit “Se si potesse non morire”. Il brano si è classificato terzo all’ultimo Festival di Sanremo, alle spalle di Elio e le storie tese e del vincitore Marco Mengoni, e ora è destinato ad avere una nuova vita grazie al suo utilizzo nel film. Il video di “Se si potesse non morire” presenta alcune sequenze della pellicola ed è quindi l’occasione perfetta per prepararsi in attesa del film, in uscita nelle sale il prossimo 4 aprile.

di Marco Goi


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