Ma è di un'altra personalità che vi voglio parlare ovvero di una donna che tra le nebbie del Delta del Po diede retta solo alla propria passione ovvero a quella per la velocità: Maria Antonietta Avanzo, la prima donna italiana pilota. Dalla cantò le gesta di Tazio Nuvolari ma ben pochi sanno che nel 1921, sul podio che lo decretò vincitore nel circuito del Garda, c'era anche lei. Al terzo posto. Mentre tre anni prima, nel 1918, con "disinvoltura e precisione", come ebbe a dire Enzo Ferrari, vinse il giro del Lazio. Si ritirò nel 1939, dopo essere arrivata sesta nella competizione Tobruch-Tripoli. Prese parte a ben 5 edizione della mitica Millemiglia e non si fece certo scoraggiare dalle norme che ad Indianapolis impedivano alle donne di gareggiare: ottenne una dispensa speciale e, ovviamente, gareggiò.
Imparò a guidare da sola e visse a cento all'ora gran parte della sua esistenza. Lei stessa affermava che nella vita aveva "fatto tutto quello che aveva voluto. Ho ricevuto parecchi doni: bellezza, ricchezza, amori e due splendidi figli. E se la macchina andava a 180 all'ora, a 180 io andavo." Con i figli poi emigrò in Australia, terra delle promesse mantenute, e diede vita ad un'azienda agricola modello e tornò in Italia a godersi i frutti di tanto lavoro con un titolo, quello di Baronessa, che si era data per far comunque e sempre parlare di sè. Morì nel 1977, senza aver mai rinnegato sé stessa. Nella sua vita ha sempre corso soprattutto contro i pregiudizi, gli ostracismi, gli ostacoli, ovviamente tutti maschili, come quando sulla linea del traguardo le lanciavano contro oggetti o venivano spinte greggi di pecore per ostacolare il suo arrivo. E in un paese come il nostro, in cui le donne lavorano il doppio per avere la metà, sarebbe bello che qualcuno raccontasse le storie di donne felici e realizzate, invece di ricordarsi di loro solo in coccodrilli di cronaca nera. Se avete voglia di scoprire un po' di più di questa donna che seppe vivere di passione e che sfidò il mondo a raggiungerla sul filo dei cento all'ora, vi consiglio di leggere "Indomita", scritto da Luca Malin, che in anni di minuziosa ricerca è riuscito a scoprire le mille sfaccettature di questa incredibile donna, italiana, conosciuta più all'estero che in patria. Questo dolcino di San Martino, profumato da spezie voluttuose e decorato con teneri petali di fiori è dedicato a lei. Ad una Donna che seppe far parlare di sè per la sua bravura e per la sua personalità. Indomita, appunto.
San Martino speziato con coriandolo, anice stellato e fiori eduli Ingredienti Per il San Martino 250 g farina Petra5, 80 gr burro chiarificato, 80 g zucchero semolato, 1/2 bacca di vaniglia, 3 tuorli bio, un pizzico di sale, la scorza di un'arancia bio. Per la decorazione 150 g cioccolato fondente, 50 g di burro, praline dorate di cioccolato al latte, anice stellato, cannella in stecca, semi di coriandolo, fiori eduli. Procedimento In una ciotola unire la farina, lo zucchero, i semini della stecca di vaniglia ed iniziare ad impastare con il burro a tocchetti, unire il pizzico di sale, le zeste di arancia ed i tuorli ed impastare brevemente fino ad ottenere un composto liscio. Coprire e lasciar riposare per un'ora in frigo (o abbattere in positivo per circa 20'). Nel frattempo pestare con un matterello un cucchiaio di semi di coriandolo e mettere da parte. Sciogliere a bagnomaria (oppure a microonde facendo attenzione che a non superare i 500 w di potenza) il cioccolato fondente a tocchetti con il burro. Stendere l'impasto ed ottenere tre San Martino della dimensione di circa 20 cm di altezza e cucinarli nel forno statico già caldo per circa 12'-15'. Sfornare, lasciare raffreddare sopra una gratella, ricoprire "disordinatamente" con il cioccolato fondente e terminare con le altre decorazioni: i semi di coriandoli, i pezzettini di cannella, l'anice stellato, la granella colorata ed i fiori eduli. Abbattere per qualche minuto o lasciar raffreddare a temperatura ambiente. E regalare alle vostre Donne :)