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Una foglia, un bambino

Da Paritismo @MgFarina

HO  RACCOLTO  UNA  PICCOLA,  PICCOLA  FOGLIA
di Roberto Rossi

Una foglia, un bambino

Fotografia di Gina Di Dato


Può essere banale il fatto in sé. Può esserlo se non ci soffermiamo al significato che a volte le piccole cose portano con sé, nascosto nella loro apparente semplicità. Raccogliere da terra, una piccola, piccola foglia, perfetta nella sua estetica. Praticamente ha tutto di una foglia adulta, solo molto più giovane, molto più piccola, quasi neonata o poco  più. Piccola, gialla, colore dell'autunno che con il suo fare d'artista la colora per poi farla cadere, perché il suo ciclo era concluso. Poi è stata, con delicatezza e con cura, sistemata tra le pagine di un libro. Diventando così ricordo.Quella piccola, piccola foglia, aveva cessato la sua esistenza per l'arrivo dell' autunno con le sue regole. Dallo stesso albero, cadute a terra, ci sono molte altre foglie di varie dimensioni. Un pensiero mentre l'osservavo mi attraversò la mente: la Natura fa il suo corso e la piccola, piccola foglia ha avuto la "colpa" di nascere e crescere nel momento sbagliato. Troppo tardi a confronto delle altre che hanno avuto il tempo di diventare "adulte". Quella, invece, non ha potuto perché il suo tempo stava per scadere, non c'era più tempo per crescere, era quindi destinata a cadere molto giovane, i "rifornimenti" venivano interrotti per legge naturale fino a primavera.Ho spostato così il pensiero dalla vita vegetale alla vita umana ed ho pensato a un bambino che ha la sventura di nascere nel posto e nel momento sbagliato, come trovarsi in zona di guerra o accantonato in una tenda malconcia in un deserto sotto l'implacabile sole e lo sferzare del vento e sabbia perché ha dovuto fuggire dal suo paese. Oppure è nato in una zona in carestia o contagiato da grave malattia senza medicine, senza cibo ed acqua, in condizioni estreme di vita, e la sua giovane e l’immatura età lo faranno cadere dall'albero della vita. Ovviamente si può notare una differenza fra i due casi. Una sola. Il bambino vivrebbe se ci fosse la volontà, da parte degli adulti di superare l'egoismo e la stupidità che li ha "colpiti". La foglia, invece "subisce" un fatto naturale, inevitabile. Il punto è questo: per quale motivo l'umano colpisce se stesso, in parole povere, i suoi simili, quando potrebbe salvare quel bambino, evitando di destinarlo ad una fine terribile e precoce? Le foglie, una volta cadute si ammucchiano per poi portarle via e gettarle o farne nutrimento per il terreno; il bambino, invece viene impunemente lasciato morire di stenti perché il mondo degli adulti preferisce armi, corruzione, denaro, al posto di alimenti, aiuti seri, istruzione. L' uccisione, perché di questo si tratta, di una persona è il più grave dei delitti. Guardando quella piccola, piccola foglia, vi si può vedere un piccolo scheletrico viso di bambino con occhi supplicanti che chiedono: "Perché ?" Non serve pubblicizzare in televisione filmati con immagini di bambini denutriti per farci sentire in colpa per la nostra "ricchezza" cercando la carità che senz'alto va bene per la nostra coscienza, forse, ma non basta quando alcuni Governi hanno tagliato i fondi per chi ha bisogno. Per le armi, costosissime, i soldi ci sono sempre. Mentre  purtroppo, ancora oggi, ci sono persone che soffrono e muoiono di stenti per fame e sete. Molti anni fa l' ONU, attraverso la FAO, aveva istituito un grande  programma  contro la fame. Un programma grandioso negli intenti, ma poi i vari paesi coinvolti hanno scelto altre strade. Quella piccola, piccola foglia ogni volta che verrà aperto il libro sarà lì a ricordare quel bambino che forse si sarà salvato perché, da qualche parte, c'è ancora qualcuno che ama le persone. E quella piccola, piccola foglia, farà ricordare,  se  si vuole, che dalle piccole cose si può iniziare un grande cammino intellettuale: di solidarietà verso qualsiasi Persona, indipendentemente da dove si trova.
Tutti i diritti riservati

Scritto da Roberto Rossi www.robyarte.it
Pittore e poeta



IL  TUO  SCHELETRICO  VISO
Dal videodue enormi occhisupplicantiguardano…verso me.
Le moscheneanche le senti piùmentre imperterritepercorrono a loro piacereil tuo scheletricoviso di bimbo.
Hai fame…quella vera,mentre i tuoi occhi…supplicantichiedono giustizia…chiedono…di vivere…chiedono…rispetto…chiedono…perché…
Si riunisconoin un famosoenorme, arrogantepalazzo di vetro.
Da tuttoil mondo…arrivano,parlano…parlano…bofonchiano…bofonchiano…hanno eserciti, armi,tante…molte…troppe…da distruggereil pianetama non rinunceranno mai ad esse !!
È terminata…la riunionenessun accordo…per il bimbo,molte…troppe…armi però.
E tu…rimani lìcon gli occhisupplicanti…e le moscheimperterriteche continuano percorrerea loro piacereil tuo scheletrico visodi bimbo.
Alla prossima…e tuci sarai ancora?
                                                  Tutti i diritti riservati
Poesia di Roberto RossiPittore e poeta

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