Una folle passione – tragedia americana dal sapore scespiriano

commento di Antonio Valerio Spera

Summary:

Pur mantenendo uno spirito d’autrice indipendente ed autonoma, è innegabile che la danese Susanne Bier sia stata ormai adottata dal cinema mainstream internazionale. Dopo la nomination all’Oscar per Dopo il matrimonio, infatti, per la regista è iniziata senza dubbio una nuova carriera. Prima ha girato Things We Lost In The Fire, con la coppia di divi formata da Halle Berry e Benicio Del Toro, poi la vittoria agli Academy Awards per il notevole In un mondo migliore, la commedia pregna di star Love Is All You Need, ed ora il dramma in costume Una folle passione, produzione a stelle e strisce che vede sullo schermo due interpreti del calibro di Jennifer Lawrence e Bradley Cooper.

Una coppia convincente e assodata, dopo gli exploit de Il lato positivo e American Hustle, questa volta al servizio di un film tratto da un romanzo di Ron Rash del 2008 ed ambientato negli anni Trenta, in pieno periodo Depressione. Cooper e la Lawrence interpretano i freschi sposi George e Serena che si sono appena trasferiti nella natura selvaggia del North Carolina con il figlio di lui, avuto da un’altra relazione. Hanno un’impresa di legname e pur di ottenere successo con la loro attività arrivano anche ad uccidere chi prova a mettersi sulla loro strada. Il loro equilibrio “sporcato” dall’arrivismo e dalla violenza si infrange però ancora di più quando lei scopre di non poter avere figli e decide di vendicarsi su quello del marito.

Il titolo italiano della pellicola è sicuramente indicativo delle tematiche trattate della pellicola, ma forse quello originale trasmette ancora di più l’anima del racconto, una vera anima da tragedia classica. L’utilizzo semplice di Serena, protagonista della storia, richiama infatti alla mente quelle opere tragiche greche o scespiriane che usano come titolo proprio il nome dei personaggi principali. “Il testo di Rash contiene molte eco e reminiscenze di tragedie come Medea e Macbeth – afferma a riguardo lo sceneggiatore Christopher Kyle – in più è intriso del linguaggio usato dai montanari. In breve, uno di quei libri che, non appena li leggi, sai che non li abbandonerai mai”. Al centro del racconto un sentimento che diventa ossessione, un amore che si trasforma in follia: una tipica dinamica tragica che ha fatto appassionare subito anche Susanne Bier. “In questa relazione – dichiara la regista – da un lato c’è la rappresentazione dell’amore come lo vorremmo, dall’altro la consapevole paura del pericolo che quell’amore porta in sé; credo che questo sia un aspetto affascinante.”

“Quando ho letto lo script per la prima volta – prosegue la Bier – mi hanno colpito molto due aspetti in particolare: il campo di disboscamento, con tutti questi alberi imponenti e maestosi, e la presenza di una donna in un mondo prettamente maschile”. Serena infatti è una donna forte, un personaggio femminile senza paure e Jennifer Lawrence è stata la scelta perfetta per questo ruolo. “Jennifer è come Serena: non teme niente come attrice. Con pochissimo sforzo, è riuscita a dare al personaggio un tocco personale”. A tenergli testa sullo schermo un Cooper di nuovo capace di saper sfruttare al meglio talento e mascolinità. La regista danese loda anche lui: “Credo che il personaggio di George, se non fosse stato interpretato da Bradley Cooper, sarebbe stato molto meno forte e mascolino. Bradley ha dato al personaggio una specie di forza fisica della natura. È un macho-man deciso, volitivo, intelligente accanto a una macho-woman super decisa, volitiva e bellissima: il mix perfetto per un’energia esplosiva”. Un’energia che Cooper e la Lawrence riescono sempre a sprigionare sullo schermo, che si tratti di una commedia o di un dramma in costume. Che la vera folle passione sia quella che lega i due attori?

di Antonio Valerio Spera per Oggialcinema.net