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Una giornata di sòle

Creato il 07 maggio 2013 da Albertocapece

inciucioAnna Lombroso per il Simplicissimus

Altro che Cencelli, altro che bilancino della farmacia: la spartizione delle presidenze delle Commissioni non ha esempi paragonabili nel peggio consociativismo e nemmeno nella peggiore chimica di droghe e ipnotici, quelli che servono a indurre il letargo nel paese.
E non si trovano possibili raffronti nemmeno nelle composizioni della nazionale di mister particolarmente dispotici, nei consigli direttivi dei Rotary e forse nemmeno nel gruppo Bilderberg, dove magari qualcuno non va d’accordo con gli altri..capace anzi che esprime un dissenso e manifesta un dissapore a proposito dei lauti compensi ai consulenti d’oro.
No, qui, forse perché più ancora che nel gruppo Bilderberg, è in gioco la sopravvivenza, l’esistenza in vita, con il governo e con il padrone di tutti, delle loro aspettative, delle loro ambizioni, dei loro interessi, dei loro privilegi, delle loro pensioni, della loro paghetta, appena appena sufficiente anche per i cittadini 5stelle, la struttura della nomenclatura è granitica e inattaccabile da possibili mosse a sorpresa.

Ci sono nomi noti che suscitano scandalo, ma anche nomi ignoti, in un gioco a premi dell’oca, fatto per accontentare chi era rimasto fermo in una casella, per conquistarsi qualche riottoso, per assicurarsi i servizi di qualche docile esecutore e solerte sbriga faccende. Perché a volte gli ignoti lo sono, non solo perché magari, buon per loro, non frequentano i talk show, o nemmeno per riservatezza, e neppure perché si sono appena affacciati alla politica. No, a volte sono ignoti semplicemente perché non hanno prodotto nulla di significativo, si sono limitati all’ubbidienza a un leader, a 8 punti, a un’agenda, pronti al piccolo balzo che li porterà ad altri benefici, al andare a Omnibus e Agorà, prima del gran salto a Porta a Porta.

Certo qualche intoppo c’è: l’impresentabile Nitto Palma viene bocciato due volte malgrado il solido patto sul quale si sono accordati Pd e Pdl di ‘incrociare’ tra loro le presidenze delle 14 commissioni del Senato con le 14 della Camera. E pare che il Pd abbia mostrato un sorprendente coraggio nel considerare indesiderabile Paolo Romani alla commissione Lavori pubblici e Telecomunicazioni del Senato, proprio lui, il pupazzo del ventriloquo delle emittenze.

Ma non è che i casi estremi, lo scandalo stia solo da quella parte. Se grida vendetta Galan alla Cultura, grazie alla brillante performance nei pochi mesi al dicastero, peraltro non poi più penosa o disdicevole di quella del suo successore tecnico, se è un oltraggio Sacconi al Lavoro, quello del “siamo nella stessa barca, padroni e lavoratori”, l’ammiratore di Marchionne e dei suoi referendum, se è un’ignominia Casini agli Esteri, ripugna altrettanto la Finocchiaro agli Affari costituzionali, pronta col piccone demolitore per scardinare e abbattere quel che resta della “più bella del mondo”, indispettisce quella Donatella Ferranti, eletta presidente della commissione Giustizia della Camera, per quei suoi brillanti precedenti in Commissione per le autorizzazioni a procedere, quel laborioso agone di caritatevole indulgenza, largamente responsabile dei rigurgiti di antipolitica. E che dire di Daniele Capezzone e di Boccia, due botoli che fanno si si con la testa a qualsiasi nefandezza dietro al lunotto delle macchine blu dei padroni. Che aggiungere di Cicchitto o di Elio Vito, di La Russa, inossidabili e inqualificabili, se non con il ricorso a uno stanco turpiloquio?

Ogni giorno di più si esalta l’estraneità di quel mondo separato rispetto a noi, alla realtà, alla vita, alle nostre esistenze, alla cancrena di una crisi che altrove porta a decisioni sofferte, ripensamenti, riflessioni e azioni e che qui è l’alibi per il sopravvento di iniquità e disuguaglianze. Viene da consigliare a quei bambini che nascono qui, di non aspirare allo ius soli, che qui la vita bella e il diritto di cittadinanza è, come si dice a Roma, delle sòle.


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