Magazine Diario personale

Una giornata un po’ così!

Da Arthur

Artisti_DiStrada

Giornate festive, giornate primaverili, quale scusa migliore per fare una gita fuori porta? In effetti, è proprio andata così, il primo maggio, complice un bel sole che faceva l’occhiolino e la voglia di cambiare aria, decido di andare a trovare una coppia di amici sul Lago di Garda. Era da tanto che non ci tornavo, almeno un paio di anni, quindi la voglia era a mille, come si suol dire, pur essendo un amante sfegatato del mare, il lago di Garda mi piace perché in certi posti ricorda proprio il mare, senza contare che il paesaggio, da qualunque ottica si guardi, è veramente molto bello e rilassante.

Lo conosco molto bene, per ben quindici anni ci sono andato praticamente ogni fine settimana, avevo anche affittato una casa a Manerba a due passi dal lago con una vista stupenda, come c’ero stato bene mannaggia!

Ma ci andavo soprattutto perché degli amici si erano trasferiti lì, di conseguenza la loro casa era diventata il luogo d’incontro per tutta la nostra compagnia, estate o inverno che fosse. Poi, tre anni fa con il mio amico ho avuto delle discussioni e così la nostra amicizia dopo quindici anni si è frantumata nel nulla. Davvero!

Tornandoci, pur felice di rivedere dei posti che avevo tanto amato, ho avuto la sensazione di essermi perso qualcosa nel frattempo.

Dicono che i cambiamenti siano sempre positivi, si va avanti e ciò che si lascia alle spalle fa parte di un passato che giustamente ha trovato un’altra collocazione nel tempo, si cresce e le cose si vedono in maniera a volte totalmente diversa.

Ma siamo sicuri che il cambiamento sia meglio? E’ quello che  mi sono chiesto l’altro giorno; guidavo, mi guardavo intorno, trovandomi a mio agio in posti che conoscevo molto bene, quasi facessero parte di me per come li avevo vissuti, c’erano le passeggiate, le tante risate spensierate, le discussioni interminabili, c’era quel “camminare insieme” in quei luoghi che andava al di là del fatto in sé, c’era quella miscela di comunione e di passione che in una parola è l’amicizia, lo stare insieme bene che non ha bisogno di altro.

Ma non era nostalgia la mia, anzi, era la sensazione che nel cambiamento ero tornato qualche passo indietro, come se invece di crescere mi fossi fermato lì ad aspettare. Quei luoghi così tanto familiari li vedevo come un monito, mi sentivo come in una sorta di limbo, attore un tempo e adesso estraneo, le immagini scorrevano davanti ai miei occhi, ma era l’emozione di quello che si era consumato.

Ho tirato un respiro di sollievo e, presa la macchina fotografica, mi sono dedicato a quattro ragazzi che suonavano seduti su delle sedie in un piccolo palco improvvisato.

Adoro gli artisti di strada, mi piace il loro coraggio di essere ciò che sono, senza rimpianti.



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