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Una lista di politici gay non è 2.0

Da Pamelaferrara @PamelaFerrara

Una lista di politici gay non è 2.0Come preannunciato, il sito Listaouting ha diffuso la lista dei dieci politici che sarebbero non solo omosessuali ma addirittura integerrimi difensori del rigore dei costumi.

La Procura di Roma ha già aperto un fascicolo processuale (per ora contro ignoti) per illecito trattamento di dati sensibili attinenti la sfera sessuale.

Se da un lato è vero che la vita sessuale è una cosa privata che ognuno ha diritto di vivere come meglio crede, dall’altro è anche vero che, se sei un politico e pontifichi contro l’omosessualità, come minimo non puoi essere gay.
E’ puramente una questione di coerenza: sotto le lenzuola puoi fare ciò che ti pare, ma se io ti ho votato ho diritto di sapere che le tue prese di posizione corrispondono ai fatti, e la trasparenza è elemento fondamentale della democrazia.

Sulla vicenda qualcuno ha già tirato fuori il termine “Web 2.0”, ma quello che ha fatto Listaouting non ha nulla a che vedere con la democrazia, con la condivisione di informazioni e con la trasparenza.
Listaouting ha sparato 10 nomi a vanvera senza una spiegazione, un aneddoto, uno straccio di prova… l’esatto contrario di ciò che ha fatto, ad esempio, Wikileaks.
A sputtanare senza prove siamo capaci tutti, con buona pace di quel Web che ci rende indistintamente produttori di contenuti.

A questo punto, piuttosto che una lista di politici gay, sarebbe stato più interessante fare un elenco di politici ai quali non sono state fornite le palle.
A testimonianza di questo fatto, quantomeno, abbiamo prove a volontà.


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