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Una macchina. Quattro tedeschi

Creato il 06 febbraio 2011 da Angelozinna

Una macchina. Quattro tedeschi. – Ep.2 – L’infiltratoPuntuale come un orologio svizzero, il nostro amico dal prorompente ciuffo si e` presentato alle porte del nostro ostello per raccattarci e partire. Eravamo al completo, tranne l’ultima ragazza che aveva fatto l’autostop fino all’aeroporto e ci stava aspettando la`, impaziente. Ero pronto, stavo per partire con quattro tedeschi in una macchina che appariva tutto tranne che affidabile, per non so dove.All’arrivo all’aeroporto mi venne naturale un tentativo di integrazione, e decisi cosi` di non rivelare immediatamente chi fossi alla nuova arrivata, che ovviamente pensava fossimo tutti parte di una simpatica combriccola di compaesani. Dopo aver allungato una mano e avermi detto una frase che ho interpretato come un “piacere di conoscerti”, ho risposto senza sbilanciarmi “Ancelo”. Ed ecco che ho ricevuto in cambio una lunga e incomprensibile frase in lingua germanica, alla quale, in risposta, ho deciso di rischiare il tutto per tutto con un “Ehm..Ja!”. E cosi` era fatta, ero uno di loro. Nella successiva mezz’ora l’ignara ragazza mi ha raccontato la storia della sua vita, della quale ho fatto finta capire ogni parola interagendo con interessati “Mmh..”, “Aha..”, e cenni con la testa. Purtroppo, pero`, ho fallito miseramente nel momento in cui mi ha fatto una domanda, alla quale uno “Ja..”, probabilmente non era abbastanza. “You are not german!”  mi ha detto,rendendosi conto di aver perso mezz’ora di vita parlando al vento. E cosi` ho dovuto ammettere “I’m italian..”. Gia`, purtroppo e` cosi`, sono italiano, sono cose che capitano, di essere italiani, questa volta e` toccato a me.

Dopo animate discussioni in tedesco su dove fermarsi a dormire, dopo aver ascoltato tutta la discografia del Tiziano Ferro germanico, abbiamo raggiunto un bellissimo campeggio tra le colline della parte alta dell’isola sud della Nuova Zelanda, anche se il tempo non era dei migliori. Ci siamo trovati pero` con quattro posti letto, due nella mia tenda e due in macchina, e cinque persone. “Magari ci stringiamo e faccio entrare due ragazze in tenda” ho pensato, dato che lui, essendo il proprietario del mezzo avrebbe sicuramente voluto dormirci dentro. Da buon gentiluomo pero`, eccolo arrivare con una brillante proposta “Voi siete ragazze vi potete stringere in trein macchina, io posso dormire in tenda con lui”. Bravo, bella idea, complimenti.

Al mattino il mio secondo tentativo di infiltrazione con altre due ragazze tedesche, che sentendoci parlare la loro lingua vengono a salutare con un “Halo!”.”Halo” rispondo, ridendo sotto i baffi, solite discussioni incomprensibili, contornate di sguardi interessati, “Ja” e “Mmh..”, finche` qualcuno del mio gruppo non mi ha chiamato in inglese. “Perche` parlate inglese?Siete tutti tedeschi” chiede una delle ragazze, “Certo, solo che siamo qui in Nuova Zelanda, proviamo ad allenare la lingua..sai com’e`..” rispondo io. “No, lui e` italiano” risponde una delle nostre ragazze. Gia`, italiano, cose che capitano. Fallito ancora, cazzo.


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