L’articolo apparso recentemente sul sito internet della “BBC” è davvero interessante. L’autrice è la dott.ssa Jacalyn Duffin, prestigiosa ematologa e storica della medicina canadese, già presidente della Association for the History of Medicine and Canadian Society for the History of Medicine.
Nell’articolo ha parlato della canonizzazione di Marie-Marguerite d’Youville (1701-1771), una religiosa canadese, fondatrice della congregazione delle Suore della Carità, che ha dedicato la sua vita ai poveri e agli ammalati. La dott.ssa Duffin è stata determinate nell’appurare un miracolo avvenuto ad una giovane donna canadese, molto devota a Marie-Marguerite, affetta da leucemia mieloide acuta, la forma di leucemia più aggressiva che esista, che permette una sopravvivenza al massimo di due anni.
Il Vaticano si avvale sempre dei cosiddetti “testimoni ciechi“, ovvero medici e scienziati chiamati a formare un rapporto senza sapere che il materiale che stanno analizzando è parte di un processo di canonizzazione. Infatti nel 1986 la Duffin ha osservato al microscopio un campione di sangue di questa paziente, trovando una cellula di leucemia mortale e concludendo che la paziente doveva essere morta. Invece, «ho scoperto che lei era ancora viva, circa sette anni dopo il suo calvario», incredibilmente senza alcun sintomo o trattamento. La paziente aveva avuto una remissione dei sintomi, poi una ricaduta durante la quale ha fatto appello a d’Youville per la sua guarigione, ed in seguito una seconda remissione. Un evento mai verificatosi.
Dopo aver saputo che il suo rapporto sarebbe finito in Vaticano, «sono stata invitata a dare testimonianza della mia relazione a un tribunale ecclesiastico. Preoccupata per questa importante richiesta ho presentato alcuni articoli della letteratura medica sulla sopravvivenza nella leucemia». Papa Giovanni Paolo II ha canonizzato d’Youville il 9 dicembre 1990 e la scienziata è stata invitata a partecipare alla cerimonia. «In un primo momento», ha raccontato, «ho esitato non volendo offendere nessuno, io sono atea e mio marito è un ebreo. Ma in Vaticano si sono mostrati felici di includere entrambi alla cerimonia. Un momento indimenticabile».
Nel fascicolo completo del miracolo, la studiosa ha trovato i registri ospedalieri, le trascrizioni delle testimonianze dei medici e della paziente, compresa la sua relazione e gli articoli che aveva lasciato al tribunale ecclesiastico. Venti anni dopo, in seguito a molti viaggi nell’Archivio Vaticano, Jacalyn Duffin ha pubblicato due libri su medicina e religione, analizzando 1400 miracoli, la cui maggior parte «ha visto coinvolta la scienza e la testimonianza dei medici. Ho mostrato che la Chiesa non ha mai ignorato la scienza nelle sue deliberazioni sopra il miracoloso». Anche la conclusione dell’articolo è molto bella e vale la pena riprenderla interamente: «Sebbene io sia ancora atea, credo nei miracoli, nelle cose meravigliose che accadono per le quali non possiamo trovare alcuna spiegazione scientifica. Quel primo paziente è ancora vivo circa 30 anni dopo il suo attacco di leucemia mieloide acuta e non posso spiegare perché. Lei può».
In un articolo del 2011 Jacalyn Duffin ha affermato che «gli atei onesti devono ammettere che nei miracoli accade un fatto scientificamente inspiegabile». Un’affermazione molto simile a quella del Premio Nobel per la Medicina Luc Montagnier il quale, dopo aver analizzato i miracoli avvenuti a Lourdes, ha affermato: «Io non mi spiego questi miracoli, ma riconosco che vi sono guarigioni non comprese allo stato attuale della scienza. Quando un fenomeno è inspiegabile, se esso esiste veramente, non serve nulla negarlo». La testimonianza della Duffin è un omaggio al rigore e all’oggettività della Chiesa nell’esaminare i casi miracolosi, tanto da avvalersi del contributo di scienziati non cattolici e addirittura atei.
La redazione