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Una settimana con la Marilyn fragile e insicura di Michelle Williams

Creato il 06 agosto 2014 da Marianocervone @marianocervone
Una settimana con la Marilyn fragile e insicura di Michelle Williams Andato in onda ieri sera su RaiUno (anche in HD), Il film My week with Marilyn, per l’Italia semplicemente Marilyn, basato sul romanzo Il principe, la ballerina e io di Colin Clark, offre uno spaccato della vita dell’attrice Hollywoodiana morta prematuramente il 5 Agosto del 1962 a soli trentasei anni. Pur essendo un film biografico, la pellicola, diretta da Simon Curtis, non ambisce a ripercorrere l’intera vita della Monroe, bensì la settimana di riprese in Inghilterra con Laurence Olivier del film Il Principe e la Ballerina del 1957. Protagonista assoluta Michelle Williams, nota Jen del teen drama Dawson’s Creek, che qui dà una grande prova d’attrice e interpreta una Marilyn distante dalla diva del grande schermo. La sua infatti è una Marilyn fragile, insicura, desiderosa di imparare una recitazione di pancia, attingendo dalle sue emozioni, e da quel metodo Stanislavskij, che sperava la potesse liberarla dalla prigione di attricetta frivola e sciocca, immedesimandosi anche in ruoli distanti dalle sole commedie che invece ci ha lasciato. A raccontare questo “backstage storico”, Colin Clarke, interpretato dal londinese Eddie Redmayne, autore del diario da cui ha avuto origine il romanzo, nonché, ai tempi, terzo aiuto regista. A far da contorno alla storia un cast di prim’ordine, da Kenneth Branagh (somigliantissimo Olivier) al premio Oscar Judi Dench, passando per Julia Ormond, che dà voce e corpo ad una splendida Vivien Leigh, compagna di Olivier nella vita e ossessionata dall’avanzare dell’età, fino a Emma Watson, nota Hermione di Harry Potter, che con umiltà interpreta un significativo cameo. Il film è leggero, che ricostruisce fedelmente l’atmosfera del film girato dalla Monroe, pur restando godibile, e svela aneddoti e curiosità su di uno delle pellicole più note, benché non propriamente riuscite, dell’attrice hollywoodiana e, con un’attenta analisi critica, ne rivela, a posteriori, l’inutilità artistica nella carriera dei due protagonisti: di Olivier, attore per lo più di teatro che sperava di diventare, grazie alla luce di Marilyn, una star del cinema, e della Monroe, che accanto ad Olivier sperava di trovare un maggiore spessore artistico di quanto fino ad allora non avesse avuto. Il biopic racconta il dualismo di una donna, diventata suo malgrado un sex symbol, divorata dalla solitudine, incompresa dal terzo marito, lo scrittore Arthur Miller, e con quel desiderio di essere la più grande sullo schermo, che solo nella morte si realizzerà, diventando un mito immortale.

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