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Oggi è sulla bocca di tutti l'astensione del Pd sulla mozione che, semplificando, voleva sopprimere le provincie.
E tutti, concordi, nel definire la mossa sbagliata, inattuale, vecchia e 'statalista', come se fosse una malattia.
L'articolo di Repubblica sottolinea in modo molto polemico la mancata occasione di saper reinterpretare e quindi fare sua l'onda 'rivoluzionaria' e antagonista emersa chiaramente nelle elezioni amministrative e nei referendum.
Una sinistra senza coraggio, viene definita, e ancora peggio senza capacità di stravolgere la casta, di cambiare le regole, di limare in modo sostanziale i privilegi e i costi di una politica asfittica e immobile.
Forse sono d'accordo anch'io, ma sicuramente non del tutto.
La battaglia contro la casta mi dà sempre un po' i brividi, perché puzza di qualunquismo e soprattutto maschera, da destra, una voglia di regime, cancellando tutto e tutti, eliminare i controlli e le funzioni costituzionali, cercando di mettere il potere nelle mani di pochi.
Quindi attenzione, grande attenzione quando si parla di queste cose.
È anche vero che le amministrazioni provinciali non hanno una collocazione chiara nell'organizzazione della cosa pubblica, e sembrano da sempre strutture inutili e doppioni costosi.
Il tutto in'ottica di ottimizzazione dei costi. Ieri sentivo 5 miliardi di risparmio, ma altre fonti addirittura di 17 miliardi, quasi la metà della manovra appena presentata. Quindi ben venga la loro abolizione, ridistribuendo le competenze e le deleghe in modo da non avere buchi gestionali.
E allora perché la sinistra non si è schierata per la loro abolizione? È solo un problema di coraggio?
Conoscendo il Pci, e molto bene, l'anima del Pd, sicuramente ha prevalso il tema del lavoro, della tutela del personale impiegato che, visto il governo che ci tocca subire, sicuramente veniva sacrificato sull'altare dei tagli.
Parlerei più di attenzione e tutela, piuttosto che di mancato coraggio. In attesa di capire che fine farebbero tutte le persone impiegate a oggi.
Anche se, è obbligatorio dirlo, ormai l'esistenza di un futuro stato italiano passa attraverso una razionalizzazione della spesa pubblica, soprattutto a scapito degli uffici inutili e dannosi, privilegiando, non smetterò mai di dirlo!, sanità, scuola e lavoro.
Ma come si fa a fidarsi di questi quattro lestofanti che si insultano in conferenza stampa e non sanno neanche fare i conti?
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OPINIONI, SOCIETÀ
COMMENTI (1)
Inviato il 09 luglio a 10:20
Personalmente e con le mie modeste cognizioni, ho la sensazione che il centro sinistra, compreso il pd, sia in una fase di totale divagazione anche opportunistica. Intanto sembrano soprattutto preoccupati di mantenere le loro singole poltrone a costo di non governare loro, ma infatti, basta essere un po’ intellettualmente oggettivi, che ci si accorge come stanno delegando la gestione delle cose pubbliche a magistrati e avvocati, come se la politica fosse solo un ‘’posto’’ di ‘’conservati’’ e non di rappresentanti delle volontà del popolo. In seconda battuta parrebbe che ci sia stato dentro il centro sinistra una sorta di deriva religiosa, dai connotati pure pagani, per cui tutto è divenuto un dogma ed una superstizione, se non pure una visione metafisica e pertanto (irrazionalmente) indiscutibile. Tanto è vero che abbiamo ormai le icone istituzionali, giudiziarie, burocratiche, economiche, ecc. In sostanza nel centro sinistra sembrerebbe che paradossalmente si stia affermando ogni giorno che passa un principio proprio del centro destra (direi pure molto berluschino) ovverosia che il potere viene dall’alto. Se continua così il centro sinistra diverrà la sinistra del centro destra.