Mi ricordo che da bambino, alle elementari, quando finiva l’estate la maestra ci metteva sotto con temi e poesie sull’imminente arrivo dell’autunno, stagione intrinsecamente malinconica e forse proprio per questo più romantica delle altre.
Se non ho fatto male i conti proprio oggi dovrebbe arrivare l’autunno, pertanto si chiude ufficialmente questa tormentata estate. Tormentata perché proprio quando credevo di essermi lasciato tutto alle spalle mi sono accorto, invece, d’essere incasinato per benone! “Stuck in reverse” scrive Chris Martin in “Fix You”, espressione che trovo calzi a pennello nel mio caso.
Poco alla volta e quasi senza accorgermene, infatti, mi sono scavato la fossa sotto i piedi da solo, così adesso sono qui fermo in attesa che qualcosa cambi, sapendo benissimo, però, che nulla sarà mai più come prima.
E così immobile non procedo più per la mia strada, gli occhi incollati allo specchietto retrovisore si riempiono, giorno dopo giorno, di lacrime, che non riescono però a lavar via quel senso solitudine di cui sembra sia pregna ormai la mia vita.
Mi dico di andare avanti, ci provo, e ogni volta sento quasi d’essermi finalmente incamminato, una bella sera di festa poi incappo nel passato ed ecco che tutto và per l’aria. Un magone mi prende nell’animo, i crampi allo stomaco e la morte nel cuore. Credevo d’esser pronto, speravo di saper accettare quanto inevitabilmente sarebbe successo (addirittura me lo auguravo al più presto!), eppure, da allora, ogni volta cresce grande il rimpianto. Ciò nonostante, però, non posso dimenticare i miei perché, forse poco chiari, ma onesti davvero, e tanto (mi) basta.
E adesso non resta che rassegnarmi e scontare i miei peccati, giorno per giorno, stagione per stagione. Vista com’è andata l’estate appena trascorsa la conto per metà, anche se la legge del contrappasso che il fato(?) mi ha riservato è stata più dura di quanto pensassi. L’autunno dei maglioni, delle foglie gialle e delle marmellate si prospetta difficile, ma in silenzio spero di superare anche questo ostacolo.
Voglio chiudere riportando qui un commento che ho trovato ad un video su Youtube. Ne trascrivo solo un passaggio che mi ha colpito per la disarmate semplicità di un sentimento che travalica gli infiocchettamenti d’una prosa elegiaca: “…gli uomini, senza di loro non si può vivere, ma quanto ci fanno penare! Io sto soffrendo per uno che non mi merita, ma che devo fare di più? Gli dedico questa canzone e spero che un giorno si renda conto che una stella brilla da lontano e sempre brillerà per lui…”.
Non so come sia andata a finire la storia che si nasconde dietro a questa “pseudo dichiarazione-multimediale”, mi piacerebbe però dare conforto a questa anonima amante disperata riportando il testo di una lettera cinematografica che ha lenito le ferite scommetto non di pochi:
“Cara Claire, ci sono parole come “e” e “se” che da sole non
hanno nulla di minaccioso, ma se le metti insieme, una vicina all’altra, hanno
il potere di tormentarti per tutta la vita: “e se…,e se…,e se…”. Non
so come sia finita la tua storia, ma se quello che hai provato a quel tempo era
vero amore, beh non è mai troppo tardi.
Se era vero allora perché non
dovrebbe essere vero adesso. Ti serve solo il coraggio di seguire il tuo cuore.
Non so cosa si prova con un amore come quello di Giulietta, un amore per cui
lasciare le persone care, per cui attraversare gli oceani, ma mi piacerebbe
credere che, se mai io dovessi provarlo, avrei il coraggio di tenerlo stretto.
Claire se non lo hai fatto prima, spero che tu un giorno lo faccia!
PS
A dire il vero dovrebbe essere l’amato, più che l’amante, a dover trarre spunto dalla risposta di una delle segretarie di Giulietta, ma dubito che la persona in questione incappi nel mio blog (più facile che veda il film!), mi auguro però che gli amanti in questione si siano comunque ritrovati. D’altronde, in tempi come questi, non ci resta che rimanere aggrappati alla speranza di un futuro migliore.